Non vengono segnali buoni quasi per nessuno dalle elezioni regionali molisane di domenica e lunedì scorso: il centrodestra conferma la sua frantumazione, in particolare il Pdl ottiene il 17,85%, oltre dieci punti percentuali in meno di quello che Forza Italia e Alleanza Nazionale ottennero cinque anni fa e non meglio fa l’Udc, che con il centrodestra si è alleato in questa occasione, che passa dal 10% al 6,42%. Il tutto a vantaggio di partiti e liste che fanno riferimento all’area dei cosiddetti Responsabili che arrivano a sommare circa il 15%. Questo risultato non prefigura la frantumazione del Pdl a livello nazionale?
Ma se la destra piange la sinistra non ride: Di Pietro nella sua terra perde, sia pur in minima percentuale, rispetto al 2006, la sinistra radicale non supera in tutti le sue componenti il 6%, ma è per il Pd che c’è un vero tracollo. Dal 23,3% guadagnato nel 2006 da Margherita e Ds, è crollato ad un preoccupante 9,33%. Il tutto in un quadro di ulteriore disaffezione: i votanti sono scesi dal 65% al 59,79%.
Ma come dicevamo all’inizio un segnale buono c’è: sembra addirittura eccezionale il risultato del PSI, che passa dal 3,21% al 4,34%, pur avendo potuto presentare in questa tornata elettorale la lista solo nella provincia di Campobasso, dove ha ottenuto il 6,21%.
Un segnale piccolo, forse significativo e, per un blog socialista, foriero di speranze.
Alfonso Isinelli
