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La quadriglia della riforma elettorale

 E’ ricominciata la pantomima sulla nuova legge elettorale: c’è chi difende quella che c’è, chi la vuole alla francese, chi alla tedesca, chi alla spagnola e qualcuno alla austriaca. Dico “ricominciata” perché la stessa sceneggiata si è vista dopo la crisi del precedente governo Prodi allorchè il capo dello stato dette al Presidente del Senato Marini, l’incarico di formare un Governo con il fine principale di favorire la riforma della legge elettorale. Non se ne fece niente perché c’era chi la voleva alla francese, chi alla tedesca chi alla spagnola, ecc.. E si votò con il Porcellum.

Questa volta si è ricorsi ad una richiesta di referendum che ha avuto un gran successo di pubblico e cioè di firme e di adesione di costituzionalisti

Sono stato tra i pochissimi (insieme a Sartori) ad osservare e motivare che la Corte non poteva accogliere quel referendum (sul Corriere della sera nell’ottobre del 2011). E la Corte infatti lo ha respinto con quelle motivazioni.

Ed è ricominciata la quadriglia: la legge elettorale va cambiata ma… c’è chi la vuole alla francese, chi alla tedesca e chi alla spagnola. Sembra un cafè chantant: chi mi prende per francese, chi mi prende per spagnola….

Si sono persi mesi durante i quali si potevano elaborare le diverse proposte e portarle in Parlamento . La nascita del governo Monti che ha scongiurato lo scioglimento delle Camere , avrebbe permesso alle forze politiche di discutere e decidere con ponderazione una nuova legge. Non è troppo tardi per farlo, soprattutto se il Governo sopravvive fino alla scadenza naturale della legislatura (ma le Camere saranno impegnate con le misure “crescitalia”). E comunque quello che noi osserviamo è solo il chiacchiericcio di cui ho detto.

Temo che in questo modo quell’obbrobrio del Porcellum sopravviverà. Ma non si accorgono che il distacco dalla politica ha superato il 50% degli elettori e cresce?

Giuseppe Tamburrano

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