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Peggio di così?

Ma che sinistra è? Il PD che si autodefinisce di sinistra non si divide, come fu in passato, su argomenti quali “riforme” o “rivoluzione”, ma sui diritti dei gay. La destra una volta difendeva il libero mercato, ora si divide su Monti, il quale si definisce “liberale” ma è aperto alla collaborazione con i partiti di centro-sinistra, ed infatti PDL e PD sono, con Casini, la maggioranza del governo.

Si dirà – e lo diciamo da lustri – che le categorie del passsato – destra/sinistra – sono superate. E sia: ma la mia personale convinzione e che sono non “superate”, ma “tradite”, specie la categoria “sinistra”. Non è però questo di cui voglio discutere. Vorrei tentare di capire cos’è la politica oggi, ed in particolare l’articolazione delle forze politiche.

Abbiamo detto del PD. Aggiungo che è difficile collocarlo in una casella: partito di sinistra che marcia verso il centro? O partito che non marcia più perchè è già arrivato? A parte le battute io non vedo niente di sinistra, se non che in genere sostiene le battaglie della CGIL: in passato avveniva il contrario, era la CGIL che si muoveva come organismo collaterale del PCI. Se c’è una cosa chiara nel PD è che vuole andare al Governo con il suo segretario Presidente del Consiglio: proposito legittimo, ma a far che?

Berlusconi sta elaborando un nuovo vecchio partito e una nuova linea. Ho l’impressione che sarà una bufala tinta di rosa “riformista”.

Tutti propongono Monti come nuovo Presidente del Consiglio l’anno prossimo: tutti tranne lui, che probabilmente guarda al Colle più alto.

E poi c’è un proliferare, un brulichio di iniziative per nuovi partiti. Scende o non scende Montezemolo?

Pare di sì: e l’alfiere Oscar Giannino caracolla già sul terreno.

Da anni si parla di un impegno diretto delle organizzazioni cattoliche, ispirato da Bagnasco, con i soliti nomi: a parte quelli provenienti dal PDL, Pisanu in testa, Riccardi, Bonanni, Pezzotta e, in primis, Passera: se schiverà i problemi giudiziari.

C’è anche Sgarbi, che vuole fare un partito tutto suo, ma non può fare molto male.

E Grillo? Cinquestelle ha toccato il suo plafond con le amministrative. Con le politiche non sfonderà perchè, come ho spiegato in un altro articolo la sua forza è il vaffa, cioè il rifiuto, non la proposta: Parma docet e non sarà certo sostenuto dalle TV, perchè non è più una novità.

C’è l’astensione, ma benchè enorme, non “conta” come gli assenti.

Naturalmente in questo caravanserraglio ci sarà una legge elettorale che, a seconda dei vantaggi in termini di eletti che può assicurare, provocherà posizionamenti ed alleanze nelle forze in campo.

Insomma, le prossime elezioni saranno un enigma, per le scelte politiche. Pare che si resterà a Monti – il cui governo fu definito di emergenza- a un Monti “politicizzato” in termini ridicoli perchè la tesi più gettonata dà un governo Monti di coalizione. Con Monti (che tra l’altro non ci sta o dice di non starci) è un accordo tra nemici – Berlusconi, Casini, Bersani – che pongono fine a quasi vent’anni di ostilità per trovare un intesa non si sa su che cosa: come per incanto.

Come invidio gli ottimisti i quali dicono che peggio di così non può andare.

Giuseppe Tamburrano

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