È venuto così a compimento l’errore di fondo compiuto dai dirigenti del PDS, poi DS, dopo la svolta della Bolognina: il rifiuto della scelta naturale per una forza politica come quella post comunista, la scelta cioè dell’identità socialista, in continuità con la parte migliore della storia della sinistra italiana del dopo guerra, e in stretto raccordo con le forze che in Italia hanno continuato a riconoscersi nel socialismo. Non mi dà soddisfazione l’avere segnalato tempestivamente questo problema, prima con la costituzione, all’interno del PDS, di “Socialismo 2000”, poi con il rifiuto dell’adesione al PD.
È mancata però allora, e manca ancora oggi, la convergenza di forze per dare all’Italia un moderno partito di sinistra, ispirato alle ragioni del lavoro e in continuità ideale e di valori con la storia del socialismo italiano, iniziata ben oltre un secolo fa.
Certo, molto vi sarebbe da discutere su che cosa significhi oggi socialismo, ma a me pare che il necessario approfondimento, storico e soprattutto legato ai problemi del mondo di oggi, non possa indurre a eludere il nodo. Vi sono forze a sinistra, e nello stesso PD, che cominciano ad affrontare questo tema. È urgente che queste forze si vedano, si confrontino, senza cedere alla rassegnazione di considerare finita la grande storia della sinistra italiana.
Cesare Salvi
