In fondo è così anche nel PD. E’ stato appena eletto con votazione assai ampia un segretario di alto profilo, Guglielmo Epifani, ex segretario generale della Cgil, colto e onesto. Ma si rifà, come tanti di noi, ad una idea socialista d’Europa, a quella portata avanti da oltre un secolo da socialisti, socialdemocratici, laburisti in decine di Paesi.
Non dice esplicitamente di ambire in Italia ad un Psoe, ad un Labour Party o ad una Spd, però ne viene fortemente sospettato da quanti “non vogliono morire socialdemocratici” e sono ex democristiani, ex comunisti (che un po’ si vergognano di essere stati Pci e un po’ invece ne sono tuttora orgogliosi). Tutti uniti nell’affermare che il PD deve rappresentare il “superamento delle socialdemocrazie europee”.
Che sono, notoriamente, molto arretrate e come ammuffite. Anche se, a differenza delle nostre varie sinistre, più o meno marxiste, più o meno radicali, hanno governato decenni o governano ancora.
Quindi, appena eletto Epifani, ecco i soliti Veltroni, D’Alema (ma non dovevano lasciare per sempre la politica praticata in modo diretto?), l’astro nascente Renzi spendersi per altri candidati-segretari delegittimando di fatto quello appena eletto. Avrà un futuro questo partito? Così procedendo, o affondando, non so. E non so nemmeno se sia un bene che ce l’abbia, un futuro.
Vittorio Emiliani
