“Se cadono gli investimenti, le banche, questa è una tragedia. Se le famiglie stanno male, non hanno da mangiare, allora non fa niente”. E ancora: “Nella vita pubblica se non c’è l’etica tutto è possibile. Quando leggiamo i giornali vediamo come la mancanza di etica faccia tanto male all’umanità intera”. Chi ha letto le cronache di questi giorni sa che queste frasi non sono state pronunciate da un leader della sinistra italiana, né europea. Le ha dette sabato pomeriggio Papa Francesco, dopo averle ribadite in mattinata alla Merkel, mentre a Roma alla manifestazione della FIOM il maggior tema che si dibatteva era il perché il PD non ci fosse, come se oggi “esistesse” il PD. Costretto al governo con il “nemico storico”, non fa altro che applicare il programma di quest’ultimo, anche perché uno proprio non lo ha, diviso com’è in formule correntizie legate a giochi di potere interni senza alcuna idea, progetto sui temi sollevati dal Pontefice.
Come al di là di frasi ad effetto, poco di concreto sembra proporre la sinistra oggi di opposizione: se dal Papa possiamo aspettarci moniti, dalla politica, dalla sinistra in particolare, ci aspetteremo idee, proposte, fatti. E invece spicca solo la retorica, il richiamo alla piazza, dove però altri, vecchi e nuovi, eccellono.
E, come dicevamo, il problema non è solo italiano, in tutta Europa la sinistra è in difficoltà, sia nei pochi casi in cui ha responsabilità di governo, che quando deve proporsi come alternativa credibile. L’Internazionale Socialista è in via di rottamazione, il PSE non sembra vivere momenti migliori, mentre in tutta Europa monta un sentimento antieuropeo, che sarà anche populista, ma è causa diretta del silenzio della sinistra.