Veniamo al punto dolente per Galli Della Loggia. Papa Francesco si è scagliato contro la “lobby gay” che si anniderebbe in Vaticano. Questa paranoia anti-omosessuale rivela una mentalità retriva, anti-modernista. Eppure quasi nessuno a sinistra ha gridato alla scandalo. Al povero e mite Ratzinger, invece, non si perdonava la minima sbavatura. Questo mi pare un discorso banale. Io, per esempio, ammetto d’essere prevenuto nei confronti del nostro opinionista, ma lo sono con cognizione di causa: siccome leggo i suoi articoli, so che i gay gli stanno antipatici. Credo che li consideri aberrazioni nell’ordine del Creato – (“creature disordinate”, per dirla con Franco Buffoni, autore di un bel saggio, Laico alfabeto in salsa gay piccante).
Mi sembra di sentirlo: la “lobby gay” c’è, eccome se c’è! (“Lobby ebraica”, invece, è un’invenzione della sinistra, e quindi contiene i germi del pregiudizio antisemita). Che male c’è a pensare che gli omosessuali entrino segretamente in combutta fra loro per sovvertire la famiglia tradizionale e minare i sempiterni valori giudaico-cristiani? Chi condanna le trame oscure della “lobby gay” si ispira a una nobilissima concezione teologica, che ha il crisma della benedizione papale. Per un certo tipo di conservatore, l’omofobia è naturale come l’aria che respiriamo. Ma non voglio polemizzare oltremodo: Galli Della Loggia ha colto nel segno: perché la sinistra più propensa al conformismo ideologico concede a questo Pontefice il beneficio del dubbio? Semplice. Papa Francesco ha rivalutato la semplicità, la sobrietà e predica con gran zelo l’amore per i poveri. In fondo il socialismo è da lì che viene: dal concetto di carità e dal pauperismo evangelico. Anch’io gradisco il ritorno (se così possiamo definirlo) ai valori autentici del Vangelo. Ma non sono disposto a tollerare l’oscurantismo dei bacchettoni. Le idee socialisteggianti di Papa Francesco vanno bene. È il suo atteggiamento verso la modernità che fa rizzare i capelli in testa. Sarà un “social-democratico” in ambito economico-sociale, ma è un reazionario fatto e finito nella sfera morale. Parafrasando Craxi a proposito del comunismo sovietico: il cattolicesimo non prefigura un socialismo con tratti illiberali, bensì una società illiberale con tratti socialisti. Se si realizzasse, avremmo un clone in salsa teocratica dell’Unione Sovietica (dove, guarda caso, gli omosessuali erano criminalizzati). Sappiamo bene cosa succede quando eguaglianza e libertà sono scisse. Noi non possiamo accontentarci di una roba a metà: cos’è la giustizia sociale senza la modernità? Che senso ha l’eguaglianza materiale, sostanziale, quando è assente quella “etica”, umanistica, che si fonda sui diritti civili e sullo Stato laico?
Ecco perché critico Papa Francesco, nonostante la simpatia che provo per lui. L’esternazione anti gay non è solo offensiva in sé: vi trapela anche il non detto, l’implicito: una subcultura omofoba e maschilista, la memoria di secoli di persecuzioni e discriminazioni. Aprite gli occhi! La sinistra egemone in Italia, quella che ha ascendenze cattocomuniste, non si scandalizza per le parole del Papa perché è allergica allo spirito liberale e libertario. Non ha mai interiorizzato quel piccolo capolavoro che s’intitola Socialismo liberale.
Edoardo Crisafulli
