La proposta di Letta di introdurre il finanziamento pubblico dei partiti sul 2 per mille nella dichiarazione dei redditi è caduta. Ora “studiano un altro sistema”. Se ci è permesso di aiutarli, ne proponiamo uno semplice ed efficace. Nel 1993 un referendumabrogò il finanziamento pubblico fondato sul contributo dello Stato. Bisogna tornare a quel sistema, modificandolo, perché non incorra nell’ira degli elettori. Il principio è lo stesso: il contributo dello Stato, ma un contributo congruo che non “obblighi” i partiti a chiedere soldi sporchi (Tangentopoli 2). La seconda modifica fondamentale riguarda i controlli che debbono essere severi, fermi. Si dia ai partiti, architrave della nostra repubblica, quanto è necessario per funzionare, si dia applicazione all’art. 49 della Costituzione che riconosce l’importanza fondamentale dei partiti ma ne chiede la regolamentazione e si introducano controlli all’entrata e soprattutto accuratissimi all’uscita delle spese dei partiti con un sistema di revisione esterna, capillare, per accertare se i partiti hanno speso di più di quanto hanno incassato, con accurate, oculate pezze d’appoggio. Diamo l’incarico all’orco della Agenzia delle Entrate? Per capirci: quando mia moglie mi manda a fare la spesa pretende gli scontrini: e le spese debbono corrispondere alle somme che mi ha dato (aiutando anche la lotta all’evasione!).
Se l’idea è buona intervengano i nostri lettori a discutere. Chissà che non nasca un Movimento come quello di venticinque anni or sono! Silla Cellino riprendiamo quella battaglia?