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ASPETTANDO BARI

Matteo Renzi ci ha fatto subito simpatia: ne abbiamo apprezzato l’intelligenza, la passione, la chiarezza, la giovane età. Ma abbiamo aggiunto che non potevamo giudicare il suo programma perché non parlava di problemi concreti (“parole…parole…parole”), pur avendo votato per lui al secondo turno delle primarie.

Sulla sua vaghezza programmatica abbiamo insistito. Ora sembra che intenda “rivelare” quali sono i suoi obbiettivi (qualora diventi presidente del Consiglio): lo farà a Bari: “Ora mi occuperò dei contenuti: l’Italia deve avere un futuro. Ci vogliono riforme incisive e coraggiose….”.

Noi abbiamo chiesto a Renzi di diventare leader di un movimento socialista e libertario. Gli accenni al programma ci fanno sperare. Ricordo a lui e a noi il programma “Rifare l’Italia” proposto nel 1920 da Turati (e ispirato da Anna Kuliscioff): risollevare il paese dalle macerie della guerra e dallo scontro di classe. Ma Giolitti non aveva più l’ascendente dei primi anni del secolo, i popolari brulicavano di clericali antisocialisti e nel PSI ribolliva l’idea di “fare come in Russia”.

Ben altri sono i problemi in Italia oggi. Epperò essi sono gravissimi e non possono essere affrontati dal Giano bifronte del governo Letta-Alfano ma da un governo omogeneo e da un programma all’altezza dei grandi fini economici, sociali e morali.

Mi auguro – e gli auguro – che Renzi dimostri una statura e una visione simili a quelle di Turati e che le forze politiche, sindacali e imprenditoriali dimostrino senso di responsabilità e….aspettiamo Bari.

 

Giuseppe Tamburrano

 

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