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La retorica della “casta”

 -VITTORIO EMILIANI-

Il supermanager assunto all’AMA (Igiene Urbana) di Roma come presidente e amministratore delegato insieme, cioè amministratore unico, si è dovuto dimettere al primo giorno di lavoro perché è risultato che in altra città era indagato per un traffico di rifiuti illecito. Pare che il sindaco Marino – che l’aveva prescelto in base ai curricula arrivati (mai fidarsi, se non si è esperti del ramo) – si sia lamentato anche di un fatto: siamo costretti a scelte non eccelse perché ci sono stati messi “tetti” piuttosto bassi alle retribuzioni manageriali. Non so se basta a spiegare l’errore, certamente grave, in cui è incorso. Ma una parte di ragione ce l’ha.

Le polemiche ad alzo zero contro la Casta da parte degli specialisti dell’anti-Casta cominciano a produrre i loro paradossali risultati. So per certo che un intellettuale importante ha dovuto rifiutare l’invito di Ignazio Marino ad occupare una posizione strategica nell’amministrazione della cultura perché l’indennità massima che gli poteva pagare il Comune corrispondeva a metà del suo attuale stipendio.

E al suo posto è stata scelta una persona certamente dabbene e però meno brava e meno esperta di lui. Lo stesso succederà se si ridurrà troppo, demagogicamente, la “paga del deputato” : il risultato sarà che in una società sviluppata non ci sarà nessun professionista, intellettuale, docente, specialista di valore disposto a candidarsi nel caso dovesse optare fra la condizione professionale e quella di parlamentare. A meno che non si tratti di uomini e donne ormai in età di pensione. Che però non vanno bene perché se non sei un trenta-quarantenne, sei soltanto da rottamare e non da promuovere.

Avremo dunque una Camera (sperando che il Senato lo trasformino alla maniera del Bundesrat tedesco) composta da giovani e giovani adulti che il mercato del lavoro non ha selezionato e che, professionisti della politica, possono ben essere contenti di quella collocazione perché, fuori, guadagnerebbero di meno. Speriamo che il loro numero sia almeno ridotto. Se poi passerà un sistema elettorale senza preferenze, avremo un’altra bella mandata di “nominati” sottratti alle scelte degli elettori.

Vittorio Emiliani

 

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