-VITTORIO EMILIANI- Negli anni o decenni passati c’era un politico, Silvio Berlusconi, che si comportava costantemente come uno showman, puntando moltissimo sulla sua capacità indubbia di comunicazione televisiva, non nascondendo di voler essere un efficace “televenditore”.Con queste indubbie doti ha illuso e sedotto più volte milioni di italiani conducendo l’intero Paese verso il baratro. Non ha creato dietro di sé una classe dirigente di centrodestra. Al punto che oggi si ripresenta con la vecchia etichetta di Forza Italia, partito aziendale e personale, e forse farà cndidare, di nasticamente, la figlia Marina. Comunque sta tentando, vent’anni dopo, di “sfondare” con le stesse armi del ‘94. In realtà però le sue comparse in tv non hanno riscosso neppure lontanamente l’audience delle trascorse campagne elettorali e anzi rappresentano, dal punto di vista degli ascolti, ovunque vada, degli autentici flop. L’Economist lo aveva definito assai presto “The Jester”, il giullare, il giocoliere. Poi è emerso Grillo che è comico di lungo corso, molto esperto nella comunicazione di massa e in quella televisiva, il quale non ha fatto che ripetere se stesso, la sua comicità gridata, tutta sopra le righe, unendo in questo registro forma e sostanza, con accuse alla classe dirigente, politica e sindacale, di tipo estremo e con liste “nere” di giornalisti “nemici”. Infine è emerso Matteo Renzi, anch’egli attentissimo all’intrattenimento se non all’imbonimento televisivo, con un annuncio al giorno, con conferenze stampa ufficiali trasformate in autentici show. Passi uno showman, ma tre in una volta mi sembrano francamente insostenibili. E poi dicono che gli italiani non vanno più a votare…
