Sull’articolo 18 si sta esercitando la memoria collettiva e qualcuno, ad esempio Battista sul Corriere della Sera di oggi 3 novembre, pesca nei suoi ricordi l’esistenza del Partito socialista bacchettando il presidente del Consiglio il quale ha detto che “la sinistra” votò contro lo statuto dei lavoratori dimenticando che a) della sinistra faceva parte – e il quel periodo era al governo – il Partito socialista, proponente della legge e b) il Partito comunista che non votò contro ma si astenne.
Per dovere di memoria vorrei ricordare non solo a Renzi ma anche ad altri che si sono esercitati, direi con successo, nella cancellazione della storia socialista, che il problema dei licenziamenti individuali era ben presente nel pensiero socialista e a Nenni dobbiamo la prima legge di difesa dei lavoratori, quella legge contro il licenziamento “ad nutum” che, possiamo dire, fu prodromo dello Statuto dei lavoratori elaborato, come ricorda anche Battista, dal ministro socialista Giacomo Brodolini e da Gino Giugni.
Ci voleva una uscita come quella di Renzi, post, post, post comunista per far riaffiorare alla mente la storia gloriosa del socialismo italiano?
