Ai soldati romani che andavano in guerra e si rivolgevano alla Pizia per conoscere il loro destino, la sacerdotessa rispondeva “Ibis redibis non morieris in bello”. Dipendeva da dove veniva posta la virgola, avanti o dopo il “non” per avere risposta positiva o negativa. Così fa il governo!. C’è la “ripresa”? Si e no. Per Renzi c’è, per gli osservatori indipendenti invece non c’è. Ed è un balletto di cifre. Se vi interessa la mia opinione, economia e occupazione vanno male ad onta dei regali che Renzi fa, del job’s act, delle decontribuzioni, del quantitative easing di Draghi.
La ragione fondamentale è politica ed è duplice: primo Renzi non ha una linea chiara e coerente ma va a tentoni su un arco vasto di problemi diversi, da quelli istituzionali a quelli economici che provocano oscillazioni nei gruppi parlamentari. Manca completamente di una politica europea ed estera a differenza dei più importanti paesi europei (Germania, Francia, Inghilterra) non ostante che l’Italia sia la più esposta ai fini aggressivi dell’Isis in Libia e in Tunisia. Parla, sa parlare, assicurare ma purtroppo sotto il fluente eloquio non c’è gran che.
Ha scritto Dario Di Vico sul Corriere della Sera del 3 dicembre: “Siamo reduci dall’ennesima querelle sui decimali di incremento del Pil e ne usciamo fuori con la netta sensazione che la ripresa economica sia lungi dal decollare”. Lo stesso può dirsi per l’occupazione, soprattutto giovanile: tra perdita del posto, abbandono del lavoro (di quelli che hanno perso ogni speranza) il saldo è negativo; ed inoltre quattro pensionati su dieci vivono con meno di mille euro al mese.
In questa situazione sarebbe necessaria come l’aria una opposizione di sinistra. Ma Renzi non è solo il capo del governo (privo di investitura elettorale) è anche il capo del partito sedicente di sinistra, il PD (nella tanto vituperata prima Repubblica questo cumulo è stato rarissimo).
Qualcuno tenta di dare vita ad un “vero” partito di sinistra: ma sono quattro gatti che non si chiedono che cosa può e deve essere oggi la sinistra. Intanto la propensione all’astensione cresce (siamo vicini al 50 per cento degli elettori, tenendo conto anche delle schede bianche e nulle). E cresce la probabilità che con la legge elettorale che vuole Renzi, egli sia sloggiato da palazzo Chigi da Cinque Stelle: quod deus avertat…. Completo la frase: ibis redibis non, morieris in bello.
