-di GIUSEPPE TAMBURRANO-
Piercamillo Davigo ha fatto parte del pool milanese Mani Pulite. Fu lui a dire “dobbiamo rivoltare l’Italia come un calzino”. La rivoltarono e lo spazio vuoto fu occupato da Silvio Berlusconi e la corruzione che il pool credeva di aver sconfitta riemerse peggio di prima come riconosce oggi lo stesso Davigo. E io penso a Craxi, vittima sacrificale, penso al PSI il quale è stato distrutto per “via giudiziaria” da Davigo e dal pool e non è più riemerso dalla bufera.
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Che cosa ha in mente Davigo? Di venire a combattere il “male” dove esso è, cioè nella vita politica? Vi ha provato un suo collega del pool, Di Pietro, ed è stato un fallimento. Sarebbe più bravo? La politica la fanno, bene o male, i politici e non gli ex magistrati: le prospettive di Davigo sono di fare qualche intervista e poi di essere candidato in un partito di destra: Salvini e i Cinque Stelle si sono già prenotati.
E i socialisti tacciono, essi che hanno i titoli per interloquire perché sono stati le vittime principali di Tangentopoli: i pochissimi che sono rimasti chiedono invece posti di sottopotere al PD che a suo tempo fu il principale sostegno di Mani Pulite e non si rendono conto che il socialismo di Turati e di Nenni resta adeguato ai tempi, la “via maestra” del progresso.
