-di VALENTINA BOMBARDIERI-
Beppe Grillo è un comico. Fin qui tutti d’accordo. Nonostante la sua parentesi politica, male o ben riuscita a seconda dei punti di vista, rimane sempre un comico. Il giorno di Natale ci ha fatto ridere. Ridere per non piangere.
“Quest’anno voglio farvi gli auguri di Natale con un testo di Goffredo Parise pubblicato il 30 giugno del 1974, si intitola: “Il rimedio è la povertà”. È un po’ lungo, ma ne vale la pena. Armatevi di pazienza, leggetelo fino alla fine e fatelo leggere ai vostri cari. Vi abbraccio. Buon Natale da Beppe Grillo” si legge sul Blog Pentastellato.
“Povertà e necessità nazionale sono i mezzi pubblici di locomozione, necessaria è la salute delle proprie gambe per andare a piedi, superflua è l’automobile, le motociclette, le famose e cretinissime «barche»”. Recita il testo. Sul fatto che i mezzi pubblici siano una necessità, condividiamo perciò dovrebbe fare una telefonata al Comune di Roma a comunicarlo alla sua adepta. Per il resto, ricevere gli auguri da un miliardario con allegato il testo di Parise è ridicolo. Predicare bene e razzolare male è pratica molto diffusa nell’ambiente grillino e Beppe ne è sicuramente il portavoce, il leader, in tutti i sensi.
Sia chiaro nessuno fa una colpa al leader dei cinque stelle di essere ricco. Ma a elogiare la povertà a bordo dello yacht in Sardegna, nelle modeste acque di Porto Cervo o nella piscina di Flavio Briatore, o ancora sul divano della sua “modestissima” seconda villa, affittata a 14 mila euro a settimana, sono capaci tutti. Perlomeno tutti coloro dotati di una bella faccia tosta.
Meno male che Grillo per questo Natale ci ha ricordato i veri valori della vita. Accanto all’”honestà” è arrivata la “povertàh”. Mentre la Raggi piange al tradizionale pranzo dei poveri di Natale organizzato dalla comunità di Sant’Egidio sostenendo, tra le lacrime, che è “un momento un po’ complesso”. Peccato che mentre Grillo probabilmente volerà in Kenya a replicare il passato capodanno nel resort di Flavio Briatore, la giunta capitolina tagli i fondi sul sociale… I fondi a sostegno della disabilità diminuiscono da 95 a 60,5 milioni di euro. Le risorse per soggetti a rischio esclusione sociale calano di oltre 10 milioni nel 2017, che diventano 30 nel 2018; mentre il sostegno all’occupazione viene quasi dimezzato: dai 5 milioni del 2016 si scende al 3 milioni del 2017. Sarà il caso di dire “lacrime di coccodrillo”?
