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L’Italia del fisco: litigiosa (per 32 miliardi) e lentissima

L’Italia del fisco è lenta e litigiosa. Annaspa nei ricorsi con la conseguenza che con grandi ritardi Cesare recupera quel che gli è dovuto ma anche i cittadini attendono troppo per ottenere giustizia. I dati sono stati presentati nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario dal presidente della giustizia Tributaria (che ha anche derubricato a livello di “poche mele marce” gli scandali che hanno coinvolto esponenti della macchina dediti a favorire alcuni certo non nell’interesse dello Stato, quindi della collettività), Mario Cavallaro. Il quale ha provato a fornire anche una lettura positiva, almeno nella tendenza: nel 2016 davanti alle corti tributarie si è litigato per un ammontare pari a 32 miliardi di euro, in calo (leggero) rispetto ai 34 del 2015. Si riducono le nuove cause (-1 per cento nelle sezioni regionali e -13 in quelle provinciali con un aumento del contenzioso, però, del 6 per cento sul 2015). Aumenta il valore medio dei giudizi: 112.363 per le corti provinciali, 194.104 per quelle regionali. Ciò non toglie che il lavoro da smaltire sia enorme. Infatti nonostante il recupero del 12 per cento delle liti arretrate, al momento i processi pendenti sono 468.839 e i nuovi processi 232 mila

Ma un quadro ancora più chiaro di questa giustizia lenta lo ha fornito il presidente della Cassazione, Giovanni Canzio, sottolineando che negli ultimi cinque anni su dieci ricorsi che arrivano in Cassazione, quattro riguardano la materia tributaria. Un tondo quaranta per cento. Anzi, qualcosa di più visto che, come ha sottolineato il presidente, il fisco rappresenta il 47 per cento del lavoro dei giudici di Cassazione. Una valanga che nel giro di tre anni rischia di travolgere la corte stessa visto che proiettando i numeri attuali al 2020 si giunge alla conclusione che fra non molto l’attuale 47 per cento si trasformerà nel 56 per cento. Si tratta, ha ribadito Canzio “di un’emergenza che tende ad aggravarsi e per questo chiediamo provvedimenti emergenziali”. Ad oggi infatti c’è anche “una irragionevole durata del processo” visto che si stanno affrontando i ricorsi “del 2010-2011 e 2012”. Ma non finisce qui perché sulla Cassazione incombono la bellezza di 50 mila liti arretrate, “a volte di scarsissimo valore”, ha sottolineato Canzio.

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