-di PIERLUIGI PIETRICOLA–
Siamo giunti al terzo appuntamento con il Prof. Giulio Tarro, illustre virologo di fama internazionale, per discutere insieme sulle ultime novità relative al coronavirus. La conversazione di oggi, fra i tanti argomenti affrontati, si è concentrata sugli asintomatici e i protocolli di cura da impiegare per sconfiggere il Covid-19.
Prof. Tarro, la curva dei contagi sta calando sempre di più…
Siamo, come si dice in gergo tecnico, su un plateau.
Ma è corretto questo modo di dire, oppure siamo già nella fase discendente della curva dei contagi secondo lei?
Il plateau c’è senza dubbio. Ma noi non dobbiamo solo guardare alla situazione dei contagiati, che poi sono i ricoverati per essere più corretti. Bisogna considerare anche i numeri relativi ai decessi ed ai guariti in particolare, che sono sempre di più. Occorre analizzare tutti questi parametri per formulare un giudizio preciso e circostanziato.
Quindi si deve guardare anche la curva dei guariti, non solo quella dei contagiati?
Esattamente.
Questi dati, secondo lei, tornano utili oppure sono a volte false sentinelle? Perché molti affermano che non sappiamo, effettivamente, quante persone sono contagiate o meno e quindi i dati forniti ogni giorno dalla Protezione Civile non sono del tutto attendibili.
Ormai siamo affidati ai cosiddetti tuttologi, oppure a quei virologi che sono molto gettonati e che vengono di continuo chiamati in televisione, soprattutto dalla Rai e da Mediaset, e che il 2 Febbraio scorso ci dissero che non ci sarebbe stato un solo caso in Italia di contagio da questo coronavirus. Abbiamo, poi, visto cosa è successo. Per rispondere alla sua domanda: a me risulta, per altro già da alcuni studi scientifici da me visionati, che sul Corriere della Sera si parla addirittura di 10 o 11 milioni di contagiati in Italia. Questo cambia tutte le carte in tavola per ciò che concerne i dati riportati in percentuale su contagiati, guariti e deceduti da Covid-19. Nella prima intervista che facemmo noi, io già dissi che i numeri così come forniti e come analizzati erano inesatti. Ridicoli addirittura.
Quindi sono informazioni date in modo scorretto?
Non solo, ma questo notizie, date nel modo che ormai sappiamo, contribuiscono a creare il panico fra la gente. E ciò influisce negativamente sul sistema immunitario, già compromesso per la situazione ambientale tutt’altro che rosea, per uno stile vita scorretto e per un’alimentazione sbagliata.
Lei è d’accordo con quello che si dice da più parti, e cioè che non si potrà tornare a una vita normale finché non verrà trovato il vaccino per questo coronavirus?
Lo dissero anche ai tempi della prima SARS. Poi non hanno fatto nessun vaccino. Ci fu uno studio, da me citato su un articolo dello scorso Gennaio proprio sul Covid-19, che spiegava l’impiego degli anticorpi monoclonali umani ai tempi della prima SARS su dei furetti in fase sperimentale. La MERS fu importante perché vi fu la possibilità di mettere a punto l’impiego sull’uomo di questi anticorpi monoclonali, che poi non sono altro che quelli ricavati dal plasma delle persone guarite e che vengono utilizzati. In Cina, ad esempio, li hanno usati nei casi più gravi di questo coronavirus.
Perciò gli anticorpi monoclonali si possono utilizzare già da adesso?
Certamente!
Perché, allora, alcuni virologi sostengono che ci vorrà tempo prima di dimostrare l’efficacia dell’utilizzo del siero estratto dal sangue delle persone guarite?
Ripeto: gli anticorpi estratti dal siero ricavato dal sangue delle persone guarite furono già usati efficacemente con la MERS del 2012. Questi virologi, chiamiamoli così, non sanno di cosa parlano.
Chi è asintomatico è contagioso o no per gli altri?
La parola stessa “asintomatico” indica che il tampone risulta positivo. Allora queste persone andrebbero seguite, perché hanno ancora il virus, e studiate perché vuol dire che i loro anticorpi quando saranno formati, cioè le immunoglobuline di tipo G nello specifico, avranno sconfitto il virus.
Quindi gli asintomatici non sono né contagiosi né pericolosi per gli altri?
Esattamente. Quando si ripeterà il tampone sugli asintomatici, e risulteranno negativi, sarà necessario estrarre il loro sangue, perché avranno già sviluppato le immunoglobuline di tipo M prima, e di tipo G a seguire.
È giusto secondo lei affermare, come da più parti avviene, che questo coronavirus possa tornare ad avere una fase di grande espansione nel prossimo Autunno?
Anche affermazioni di questo tipo vanno comprese e analizzate alla luce di dati concreti e non in astratto come avviene. Se prendiamo il dato che citavo poc’anzi sui contagiati – che si aggirano fra i 10 e gli 11 milioni in Italia –, considerando che finiremo per averne molti di più rispetto a quelli calcolati fino ad oggi, si raggiungerà quella che il Primo Ministro britannico ha chiamato immunità di gregge. E quindi, ammesso e non concesso che in Autunno ci sia di nuovo questo coronavirus, già non ci riguarderà più perché la maggior parte delle persone avrà sviluppato gli anticorpi. Ciò significa che il Covid-19 diventerà un’influenza stagionale. Quindi questa storia finirà come la prima SARS.
È corretto dire che con l’Estate il virus non scomparirà ma si attenuerà la sua diffusione perché cambiano i comportamenti sociali (si sta più all’aperto invece che al chiuso, si mantiene una distanza fra persona e persona maggiore che non in Autunno o in Inverno)?
Questa è una grossa stupidaggine. Basta pensare a situazioni come le feste di compleanno, gli assembramenti vacanzieri, le partite di pallone e così via: in Estate non ci sono? Da quando in qua in Estate si osserva il cosiddetto metro di distanza di sicurezza? Bisogna fare attenzione a ciò che si dice.
Quindi anche chi afferma che questo coronavirus non sia sensibile a temperature alte o molto basse sbaglia?
Ma certo! Ci sono degli studi svolti su questo coronavirus relativi ai suoi comportamenti a certe latitudini e quindi con diverse situazioni atmosferiche; e si sono notate delle differenze. Purtroppo tutti parlano ma senza sapere approfonditamente ciò di cui si discorre.
Sulla base dei dati degli ultimi giorni e di quelli che lei ha potuto analizzare, secondo lei quando dovremmo arrivare al famoso livello R0?
R0 è il livello in cui non vi è più contagio. Sicuramente ci arriveremo entro l’Estate. Ma già i risultati che abbiamo oggi a disposizione sono molto buoni e quindi i tempi non saranno lunghi. Sono molto buoni soprattutto i numeri relativi ai guariti, maggiori dei contagiati.
È uscito qualche giorno fa sul Fatto Quotidiano un articolo di Gianni Barbacetto che rivela che il primo focolaio di questo coronavirus si è sviluppato in Lombardia intorno alla fine dello scorso Febbraio, ma non sono stati presi provvedimenti efficaci a riguardo. Lei crede che se si fosse chiusa solo la Lombardia per tempo, oggi la situazione sarebbe stata la stessa o sarebbe stata diversa?
Mi permetta di farle io una domanda: dalla Cina – che ha chiuso immediatamente la provincia dell’Hubei dove è la città di Wuhan, e non l’intera nazione – ad oggi risultano casi autoctoni di contagio?
No.
Allora ho già risposto. La Cina ha ora qualche caso di contagio di ritorno, dovuto cioè a persone che vengono da fuori. Ma di casi autoctoni non ce ne sono più.
