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Coronavirus: “Nella fase 2 servirà soprattutto buon senso. Col caldo tutto tornerà alla normalità e il governo si avvalga di persone di maggior valore”. Conversazione con il Prof. Giulio Tarro

-di PIERLUIGI PIETRICOLA

 

Proseguono le nostre conversazioni sul Sars CoV2 – nome scientifico di questo coronavirus – con il Prof. Giulio Tarro, fra i più grandi virologi al mondo. Quest’oggi ci siamo concentrati, tra gli altri argomenti, sulla fase 2 nella quale entreremo nel giro di qualche settimana.

 

Prof. Tarro cominciamo dalla novità relativa al Sars CoV2, ovvero le micro embolie che vengono a crearsi in conseguenza dello stato infiammatorio prolungato; e quindi la relativa cura con gli anti aggreganti.

Penso che questa, scientificamente parlando, non costituisca una vera e propria novità. Nel senso che quando ci si trova di fronte a virus che creano stati infiammatori prolungati per lungo tempo, con polmonite interstiziale che interessa entrambi i polmoni come è appunto il caso del Sars CoV2, la creazione di micro embolie è consequenziale alla patologia. Un buon medico, con una certa comprovata esperienza di pratica clinica, se ne dovrebbe accorgere in modo naturale. Queste micro embolie fanno parte di una serie di complicanze e situazioni conseguenti allo stato infiammatorio del virus di cui parliamo.

 

Allora perché solo adesso viene data notizia di questo decorso naturale della malattia?

Troppo internet e troppi virologi, chiamiamoli così, che creano confusione. La conoscenza scientifica si basa su: studi seri fatti sopra testi scientifici, esperienza e casi che si hanno in cura.

 

Un lettore mi ha chiesto di farle questa domanda: chi ha contratto il Sars CoV2, può correre il rischio di contrarlo di nuovo anche se è guarito?

Una persona che sta bene in salute e che ha contratto il Sars CoV2 ed è guarito, non solo non può avere recidive, ma può essere di aiuto per gli altri che lo contraggono. Studi recenti hanno segnalato che è sufficiente una trasfusione di 200 ml di sangue della persona guarita al soggetto infettato dal Sars CoV2, e che è in rianimazione, per accompagnare quest’ultimo nel processo di guarigione. Si tratta, per dirla in modo semplice, dell’immunoterapia che fu messa a punto da Pasteur e che si applica nella cura contro il tetano.

 

Ho un’altra domanda da parte di un altro lettore: se si arriva all’iper infiammazione a carico dei polmoni, le lesioni che si verificano su questi organi sono permanenti?

Assolutamente no. Bisogna considerare, come è ovvio, una serie di fattori: età e presenza di patologie pregresse. Un paziente in condizioni normali di salute non avrà lesioni permanenti che conseguono alla polmonite interstiziale da Sars CoV2.

 

Parliamo della cosiddetta fase 2. Secondo la sua esperienza in che modo andrebbe attuata?

Innanzitutto occorre utilizzare del buon senso e riferirsi sempre a casi precedenti. Per esempio ricordo che quando ci fu il colera nel ’73, ci fu la capacità da parte della popolazione napoletana – previamente informata e senza creare allarmismi – di comportarsi in modo adeguato. Ogni cosa va fatta un passo dietro l’altro e gradualmente. Inutile, adesso, parlare di vaccino. Ci sono percorsi lunghi da compiere e da rispettare per arrivarvi, ammesso che serva. Per quanto mi riguarda, credo che per il Sars Cov2 il vaccino sia completamente inutile. Gli antivirali e la terapia immunologica sono più che sufficienti a contrastare la diffusione di questo virus.

 

Tecnicamente quanto dovrebbe durare la fase 2?

Noi siamo aiutati dal momento stagionale. Quindi con l’entrata dell’Estate usciremo sicuramente da questa situazione. Prevedo, perciò, che al massimo entro un mese ne saremo fuori.

 

Mi tolga una curiosità. Così come ci viene comunicata da più parti del mondo scientifico e politico, perché sembra che resteremo in questa fase 2 almeno fino al termine di questo anno?

Io penso che sia una grandissima stupidaggine. Basta osservare i fatti. Uno per tutti: la differenza del comportamento del Sars CoV2 in Lombardia e nelle regioni limitrofe rispetto al Meridione; in condizioni diverse, cioè, di latitudine e di clima. Non c’è paragone fra queste due realtà. Come sempre: occorre considerare i fatti. La scienza non si basa sulle petizioni di principio.

 

Supponiamo che entro Giugno prossimo si arrivi a zero contagi, il mondo scientifico come giustificherà le errate predizioni avanzate fino ad oggi?

Di quale mondo scientifico stiamo parlando? Se ci riferiamo a chi ha detto che in Italia non avremmo avuto casi e a chi dice che gli animali domestici vanno isolati dai padroni, allora non dobbiamo proprio preoccuparci di quello che dicono. A tal proposito le dico che gli animali domestici, seppure raramente, si possono infettare con il Sars CoV2, ma poi non lo trasmettono. Credo, quindi, che il governo dovrebbe avvalersi di persone di maggior valore in grado di capire queste situazioni. Basta prendere l’esempio di Trump, che ricorre della consulenza di Fauci.

 

Nella fase 2 quali sono gli strumenti che potranno esserci di aiuto?

Partendo dal presupposto che la fase acuta di diffusione del Sars CoV2 è passata e che sono state messe a punto cure antivirali e immunologiche per contrastarlo, nella fase 2 serviranno soprattutto: buon senso da parte delle persone, aria aperta e il clima stagionale di questo momento.

 

Si è parlato di strutture in plexiglas da applicare negli stabilimenti balneari per garantire sicurezza e distanziamento fra ombrellone e ombrellone. Lei condivide l’adozione di queste misure?

Io penso che siano soluzioni idiote.

 

Le mascherine serviranno?

Noi avevamo, all’inizio di questa situazione, una carenza di mascherine. Al punto che si disse che solo gli infettati le avrebbero dovute usare per tutelare i sani. Ora siamo diventati produttori di mascherine. Quindi vuole che non le si utilizzi a tutti i costi? Usiamole pure, ma sapendo che poi le mascherine migliori per tutti quanti noi saranno il sole e il clima. Non a caso le latitudini africane, come dimostrato da studi scientifici recenti, non consentono una diffusione massiccia ed estesa del Sars Cov2.

 

C’è l’eventualità che a Ottobre prossimo si ripresenti il Sars CoV2?

Presumibilmente no, perché potrebbe finire come la prima SARS. Nel caso si ripresenti, si regionalizzerà e ci troveremo di fronte a nulla di più di un’influenza stagionale.

 

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