A che servono questi quattrini – La Recensione

di Rita Borelli –

La commedia A che servono questi quattrini di Armando Curcio fu portata in scena la prima volta con grande successo da attori straordinari della Compagnia dei De Filippo. Oggi viene riproposta al Teatro Parioli per la regia di Andrea Renzi, e con  Nello Mascia e Valerio Santoro attori protagonisti.

La vicenda racconta la storia comica di Giovanni, un povero e ingenuo ragazzo, che desidererebbe diventare ricco non lavorando. Questi incontra sulla sua strada il Marchese Parascandolo, soprannominato il Professore, figura centrale del racconto, ricca di eccentricità e stravaganza, che fornisce ai suoi “discepoli” insegnamenti di vita.

Il Professore è un uomo dal passato misterioso, incline agli intrighi e con una filosofia e visione della vita, del lavoro e soprattutto dei quattrini  molto personale. Asserisce infatti che i soldi non servono, anzi creano solo danni all’uomo. La sua presenza catalizza la storia quando coinvolge in affari via via sempre più complessi e imprevedibili il povero Giovanni, il quale si trova a dover gestire addirittura un’eredità inaspettata lasciatagli da un suo zio emigrato e morto in America. Le scelte finanziarie suggerite dal Professore a Giovanni origineranno una serie di eventi  imprevedibili,  coinvolgendo vari personaggi: il furbo usuraio, il proprietario di casa, il sarto e così via. A queste dinamiche si uniranno gli intrecci amorosi e familiari.

Armando Curcio, nella trama della commedia, mette in luce il lato comico delle relazioni umane, sottolineando come talvolta il denaro riesca ad influenzare il comportamento e le decisioni delle persone, e come sia possibile con furbizie risolvere anche situazioni tragiche e imprevedibili.

I De Filippo che portarono in scena questa pièce  nel lontano 1940 erano sicuramente degli attori straordinari, che riuscivano ad infondere in ogni loro lavoro energia e humor. Le loro performance erano caratterizzate da tempi comici perfetti e una presenza scenica coinvolgente che rendeva un successo ogni loro lavoro.

Nell’attuale allestimento di A che servono questi quattrini, Nello Mascia e Valerio Santoro non sono riusciti a trasmettere la medesima magia. La loro recitazione ha mancato di quell’abilità nell’esecuzione comica, e la chimica tra loro è sembrata forzata. L’assenza di entusiasmo ha trasformato le battute esilaranti in momenti banali.

La regia di Andrea Renzi, sguarnita d’una visione e di originalità, non è riuscita a sfruttare appieno il potenziale comico della storia, così che molte situazioni, che avrebbero dovuto far ridere, hanno perso d’efficacia.  La mancanza di una guida creativa ha reso tutta la messinscena della commedia opaca e priva di vitalità.

Una scenografia minimalista e priva di elementi ha ulteriormente contribuito ad impoverire il tutto. I cambiamenti di ambientazione non sono risultati fluidi, e la mancanza di dettagli visivi ha reso difficile essere coinvolti nella storia.

In sintesi, A che servono questi quattrini, ha perso il suo antico splendore a causa di una combinazione di interpretazioni poco, o per niente, brillanti,  di una regia non ispirata ed una scenografia troppo sobria.

 

Teatro Parioli

Nello Mascia, Valerio Santoro

A CHE SERVONO QUESTI QUATTRINI di Armando Curcio

regia Andrea Renzi

e con Salvatore Caruso, Loredana Giordano, Fabrizio La Marca, Ivano Schiavi

scene Luigi Ferrigno

costumi Ortensia De Francesco

luci Antonio Molinaro

produzione La Pirandelliana

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

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