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Falstaff a Windsor – Recensione teatrale

-di Rita Borelli-

“Il mondo è un palcoscenico, e tutti gli uomini e le donne non sono altro che attori”: Shakespeare.

In questo scenario teatrale della vita, immergiamoci nell’irresistibile commedia Falstaff a Windsor (adattamento e regia di Ugo Chiti in scena al Quirino e con un bravissimo Alessandro Benvenuti), che promette di condurci in un dedalo di intrighi, umorismo e profondità umana, grazie al leggendario Sir John Falstaff, cavaliere scapestrato al centro della scena. Con dei rintocchi di campane all’apertura del sipario inizia il nostro viaggio attraverso le vivaci strade di Windsor.

L’adattamento di Ugo Chiti, liberamente tratto da Le allegre comari di Windsor di William Shakespeare, è una fusione tra tradizione e innovazione. Vedremo poi in che senso.

Il personaggio di Sir John Falstaff, che ricorre frequentemente in Shakespeare, è un gentiluomo giullare, dotato di un appetito insaziabile per il cibo, le bevande e soprattutto le donne. È  famoso per la sua personalità buffonesca e le sue avventure comiche. Potremmo addirittura assimilarlo ad alcuni personaggi presenti sia nella Commedia dell’arte, sia in Goldoni che in alcuni caratteri cui diede vita Molière, in quanto personificazione della figura del buffone o del furfante comico seppure con sfumature umane che spesso è utilizzato per far riflettere sulle dinamiche sociali e politiche del tempo che si vuole rappresentare. Ecco l’innovazione, o se si vuole la magnificazione messa in opera da Chiti nel suo adattamento: mostrare, restituendolo, il lato umano della personalità comica e farsesca di Falstaff. Il quale compare nell’Enrico IV, dove incarna la figura di colui che  rievoca le insofferenze del popolo, offrendo una visione irriverente delle classi dominanti e mettendone in evidenza ipocrisie e tensioni politiche.  Nell’Enrico V dove, invece, emerge in tutta la sua tragicità essendo da questi abbandonato al suo destino. Ma il Falstaff sicuramente più godibile e divertente è quello delle Allegre comari di Windsor, dove ritorna a vestire i panni del cavaliere ubriacone e buontempone, coinvolto in situazioni a dir poco paradossali benché umanissime.

L’adattamento di Chiti è ambientato a Windsor e si sviluppa intorno a dei goffi tentativi da parte di Sir Falstaff di riuscire a sedurre due donne non più giovani e per giunta sposate: Miss Ford e Miss Page, così da impossessarsi del loro denaro. Le donne scoprono il piano di Falstaff e invece di cedere decidono di vendicarsi, creando una serie di situazioni comiche e ingegnose, alle quali il disgraziato dovrà piegarsi.

Molto bravo Alessandro Benvenuti nel ruolo del protagonista. Ha dimostrato di possedere capacità  eccellenti nell’arte dell’interpretazione, donando al suo personaggio un’intensità e una leggerezza incantevoli. La sua capacità di immergersi nel ruolo con grazia raffinata ha conferito alla performance un tocco di eleganza che ha reso l’esperienza teatrale particolarmente originale e leggera. Tanto che la sua abilità nel conferire al ruolo levità senza mai tralasciare una profondità emotiva, è stato l’elemento distintivo che ha elevato l’intera rappresentazione.

Il cast intero ha brillato con un’eccellente sinergia, creando un ensemble teatrale straordinario. La coesione tra gli attori è stata evidente, contribuendo così a realizzare un’esperienza scenica avvincente e divertente. Ognuno ha apportato il proprio talento in modo armonioso, senza mai sopraffare i compagni di scena.

Il finale dello spettacolo, dove Enrico V, da poco re, ripudia e bandisce l’amico Falstaff, offre una chiave di lettura umana, poetica e realistica sia del personaggio che dell’arte della commedia tout court. Perché? Perché Falstaff accusa sì il colpo, ma da bravo buffone (in senso poetico) della vita, sa ironizzare su ciò che accade. Tanto che le ultime battute sono illuminanti: “Fare a meno di Falstaff? E come si fa”?

E su queste ultime parole, cala il sipario.

Come a dire: leggerezza e comicità sono tutt’uno con la vita, le sue tragedie, le sue crudeltà, le sue meschinità.

 

TEATRO QUIRINO VITTORIO GASSMAN

ALESSANDRO BENVENUTI

FALSTAFF A WINDSOR

liberamente tratto da Le allegre comari di Windsor
di William Shakespeare

con
Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Paolo Cioni, Paolo Ciotti, Elisa Proietti
scene Sergio Mariotti
adattamento e regia UGO CHITI

 

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