di Maria Anna Lerario
Nel corso del 2023, la Vicepresidente della Camera dei Deputati, Anna Ascani, ha avviato un percorso innovativo e ambizioso: utilizzare l’Ia generativa in Parlamento.
Un’iniziativa di sicuro interesse, non foss’altro perchè dimostra l’attenzione della politica sul tema. L’Intelligenza Artificiale (IA) rappresenta un’opportunità fondamentale per migliorare le attività umane, inclusa quella parlamentare.
Lungi dall’essere apocalittici o integrati, citando il grande intellettuale Umberto Eco, è, tuttavia necessario avviare un attento dibattito sulla necessità di minimizzare i rischi associati all’IA per massimizzare le opportunità, garantendo al contempo la sicurezza dei dati e l’affidabilità delle informazioni.
IA Generativa nella Documentazione Parlamentare
Il progetto è stato presentato lo scorso 14 febbraio da Anna Ascani, la quale ha sostenuto che “il Parlamento non deve sottrarsi al protagonismo in questo momento cruciale” sottolineando l’importanza di comprendere le necessità, i talenti e le fragilità umane in relazione all’IA. L’approccio, insomma, è antropocentrico, votato a quell’umanesimo informatico e digitale che pensiamo debba essere il driver della nuova rivoluzione.
È anche per questo motivo, come vedremo, che le sperimentazioni dell’applicazione dell’IA ai lavori parlamentari coinvolgeranno esperti e professionisti, stimolati a collaborare da una Call to Action, per esplorare le potenzialità della tecnologia, nonché le implicazioni etiche e socio-economiche ad essa collegate.
Il rapporto tra etica, tecnologia e mercato emerge come elemento chiave nel progetto e, in questo senso, la necessità di un quadro regolatorio ben definito diventa evidente. L’IA generativa, infatti, si è radicata nella società come uno strumento concreto e pervasivo, con la capacità di elaborare grandi quantità di dati e apprendere autonomamente. Un elemento, questo, talmente rivoluzionario da rendere è essenziale un equilibrio costante tra innovazione e tutela dei diritti dei cittadini e, cosa non secondaria, la stabilità delle democrazie.
L’IA è uno strumento che, utilizzato a supporto delle attività umane, apre orizzonti incredibili nell’esercizio della democrazia, ma potrebbe anche metterla in pericolo se strumentalizzata in modo negativo, per controllare e agire sulle scelte delle persone. Manipolandole. Ciò è ancor più vero in contesti delicatissimi, come quelli parlamentari.
Del resto, l’incidenza dei modelli linguistici alla base della tecnologia dell’IA generativa (LLM) richiama l’attenzione alle prassi internazionali sull’uso dell’IA. Concetti come trasparenza, integrità informativa, formazione, competenze, consapevolezza, partecipazione pubblica, prevenzione interferenze e accountability devono imprescindibilmente guidare l’integrazione dell’IA alla vita di tutti i giorni, a maggior ragione in ambito legislativo.
La sperimentazione dell’IA generativa nel lavoro di documentazione della Camera dei Deputati è un passo cruciale, soprattutto nel suo approccio metodologico: è stato più volte sottolineato che l’intento è quello di utilizzare la tecnologia per supportare e non sostituire il lavoro umano nella predisposizione della documentazione parlamentare.
In che modo, però, l’intelligenza artificiale può essere applicata ai lavori parlamentari? E come può aiutare l’esercizio democratico?
Il lavoro di comparazione, ad esempio, può essere snellito, così come si troverebbero numerosi vantaggi nella predisposizione della documentazione parlamentare, degli atti di iniziativa parlamentare e il rafforzamento dell’accountability dell’Istituzione. Il punto cruciale, lo ribadiamo, è l’approccio antropocentrico: un concetto che dovrebbe guidare tutto il processo di inevitabile transizione globale, anche a tutela dei posti di lavoro e delle nuove forme di socialità e di vivibilità del prossimo step evolutivo che ci stiamo apprestando a vivere.
Utilizzare la metafora dell’umanista informatico è essenziale per governare la rivoluzione e non lasciarsi travolgere su tutti i fronti: dalle notizie, all’industria, alle relazioni, all’esercizio e alla tutela della democrazia.
Call for Proposals e Call for Ideas: collaborazione per un Parlamento 4.0
In tal senso, come anticipato, è stata lanciata una manifestazione di interesse, per raccogliere proposte sull’utilizzo dell’IA generativa articolata in Call for Proposals e Call for ideas. La prima riguarda la definizione di strumenti per supportare la predisposizione della documentazione parlamentare, con l’obiettivo di fornire un supporto alle attività svolte dall’amministrazione e dai rappresentanti eletti, senza sostituirli.
La Call for ideas mira, invece, a rafforzare la trasparenza e l’accountability dell’Istituzione attraverso l’IA generativa. La richiesta di proposte è aperta agli studiosi, centri di competenza universitaria ed enti di ricerca ed evidenzia l’impegno del Parlamento verso un approccio collaborativo.
La sperimentazione dell’IA generativa potrebbe diventare un fiore all’occhiello per il Parlamento italiano che è di fatto pionere nell’ambito, aprendo nuovi orizzonti nell’esercizio democratico con un approccio orientato all’umanità e alla trasparenza. La Call for Proposals e la Call for Ideas rafforzano l’impegno del Parlamento verso soluzioni collaborative e la costruzione di un futuro innovativo e responsabile. Un impegno concreto nel massimizzare le opportunità offerte dalla tecnologia in modo responsabile, il tutto, sempre con un approccio antropocentrico, secondo il quale l’uomo non può diventare “cibo per gli algoritmi” (come affermato dal Papa Francesco).
La tecnologia, dunque, al servizio del cittadino.
