-di RITA BORELLI-
“Arlecchino è il fantasma delle verità celate dietro la maschera della vita”: Eduardo de Filippo.
Nel teatro della commedia dell’arte, la maschera di Arlecchino volteggia sul filo sottile tra comico e tragico, è il buffone scaltro, l’antico narratore di storie, il giullare del destino che incanta e intriga trasportando il pubblico in un vortice di risate e riflessioni.
L’Arlecchino? scritto e diretto da Marco Baliani con uno straordinario Andrea Pennacchi protagonista, accompagnato da una schiera di valenti compagni di scena: Marco Artusi, Federica Girardello, Miguel Gobbo Diaz, Margherita Mannino, Valerio Mazzucato, Anna Tringali, è in scena al teatro Ambra Jovinelli. Una rielaborazione accattivante della tradizione teatrale che si caratterizza attraverso una miscela di stili e generi diversi.
Questa commistione è audace e sfida le convenzioni rivisitandone la tradizione goldoniana con uno sguardo contemporaneo, mettendo in evidenza la fluidità tra varie forme artistiche e la capacità del teatro non solo di adattarsi ma anche di rinnovarsi senza svilire la sua originalità.
Il servitore di due padroni, scritto da Goldoni nel 1746, ruota attorno alle avventure di Arlecchino, un servo astuto, sempre affamato, che si ritrova al servizio contemporaneamente di due signori, senza che i due si accorgano del doppio gioco. Tra scambi di identità, inganni e situazioni comiche, Arlecchino dovrà anche risolvere un intrigo amoroso complesso, cercando di soddisfare i desideri e le richieste di entrambi i padroni e di non essere scoperto, ovviamente.
L’Arlecchino? di Baliani cosa ha aggiunto di nuovo rispetto a quanto già visto precedentemente? Ha avuto il pregio di non ripercorrere alla lettera l’opera goldoniana, l’ha reinterpreta in maniera meno convenzionale apportando cambiamenti semplici ma efficaci, che hanno dato luogo alla recitazione in un linguaggio suggestivo, con sfumature dialettali veneziane impreziosite da accenti di altre regioni. Il tutto sempre mantenendo un equilibrio tra umorismo giocoso, irriverenza dell’originale e rispetto. Gli attori hanno avuto modo di poter dimostrare la loro creatività recitativa in divertenti siparietti, apostrofandosi con frasi come: “terroni del sud o immigrati”, il tutto senza mai risultare offensivo.
La scenografia di Carlo Sala ha rappresentato il limite del teatro d’oggi. Limite dovuto ad una mancanza di giusti finanziamenti da parte dello Stato, obbligando le compagnie ad arrangiarsi in modi picareschi. E difatti Sala ha ideato uno scenario fatto esclusivamente di teli maneggiati dagli stessi attori.
Bravo e coinvolgente l’intero cast, che è riuscito a caratterizzare ogni personaggio facendolo sembrare raffazzonato e inadeguato a causa della modesta paga. Hanno interagito in modo sincronico e stuzzicante in ognuno dei diversi e molteplici ruoli chiamati ad interpretare, fornendo una recitazione esuberante e divertente. Molto bravo Andrea Pennacchi, un Arlecchino sui generis, corpulento e inoperoso che ha offerto un contrasto incantevole ed inedito rispetto all’immaginario cui siamo abituati, inserendo novità alla rappresentazione. L’accompagnamento musicale dal vivo di Giorgio Gobbo e Riccardo Nicolin ha sottolineato sapientemente le atmosfere delle scene, integrandosi alla performance degli attori.
In definitiva l’intreccio di stili e generi ha aggiunto a questo spettacolo energia e vitalità, catturando gli spettatori fin dalle prime battute, distinguendosi per la capacità di tradire intelligentemente la tradizione teatrale con una visione innovativa e non monotona.
ROMA TEATRO AMBRA JOVINELLI
21 Febbraio 3 Marzo 2024
ANDREA PENNACCHI
ARLECCHINO?
scritto e diretto da Marco Baliani
con Marco Artusi, Federica Girardello, Miguel Gobbo Diaz, Margherita Mannino, Valerio Mazzucato, Anna Tringali
musiche eseguite dal vivo da Giorgio Gobbo, Riccardo Nicolin
scene e costumi Carlo Sala
luci Luca Barbati
aiuto regista Maria Celeste Carbone
Produzione Gli Ipocriti Melina Balsamo in coproduzione con TSV– teatro nazionale

