Site icon

La negazione: una strategia comunicativa di Pietro Nenni

Pietro Nenni

di Francesca Vian

La negazione è una strategia comunicativa negli scritti e nei discorsi di Nenni. Nella sua lingua politica le frasi negative sono frequenti ed hanno una forza persuasiva: supportano la dialettica argomentativa e sostengono lo stretto rapporto con gli interlocutori, caro a Nenni.

Per esempio, questa serie di negazioni – a pochi giorni dal delitto Matteotti – è di estrema efficacia.

Non si vogliono più gli eccitamenti criminali dei giornali fascisti. 

Non si vuole più l’impunità per i delitti contro il proletariato. 

Non si vogliono più i discorsi dell’on. Mussolini col leit-motiv nefando della rivoluzione che ha risparmiato la vita degli oppositori e ne è pentita. 

Non si vuole più l’ignobile caccia all’uomo di cui i giornali fascisti hanno dato l’esempio dopo il discorso Matteotti” (Pietro Nenni, Avanti! 15 giugno 2024; Giacomo Matteotti era morto da 5 giorni, ma il suo corpo fu ritrovato il 16 agosto 1924).

In Nenni la frase negativa è spesso isolata, contribuisce alla coloritura drammatica del testo, denota uno stile lapidario e perentorio, che afferma le cose in enunciazioni intransigenti.

Noi non accettiamo questa legge dell’omertà” (Avanti! 7 giugno 1944).

Non c’è altra via per salvare il paese (Pietro Nenni,  Avanti!, 20 marzo 1945).

Lo schema correttivo “Non x, se non y”

Con molta frequenza, vengono messi in contrapposizione due periodi, secondo lo schema: “Non x, se non y”. Si tratta di una scelta forte: nell’interlocutore si genera l’immagine positiva dell’obiettivo più che condivisibile x, e al tempo stesso si frappone la necessità allora di avere y, generalmente più immediato e attuale.

Durante il durissimo periodo della guerra, essendo forte la tensione verso obiettivi determinati, perseguiti a tamburo battente, Nenni si avvale di questi schemi sintattici a scopo persuasivo e drammatico: non raggiungeremo l’obiettivo x, se non attuiamo y.

Senza un completo rinnovamento dei quadri direttivi, non si rinnova il paese” (Avanti!, 16 giugno 1944).

Senza una politica generale antifascista, senza far penetrare lo spirito antifascista nell’esercito, nella polizia, nell’amministrazione non si fa e non si vince la guerra, questa guerra” (Avanti! 13/7/1944).

Senza l’abbattimento della monarchia, senza l’espropriazione dei Consigli di amministrazione, senza tagliare le unghie agli agrari, non ci sarà democrazia in Italia” (Avanti! 6 agosto 1944).

Un confronto con i politici contemporanei di Nenni

Non tutti i politici utilizzano la negazione; per esempio Maurice Thorez, segretario del partito comunista francese dal 1930 al 1964, non la utilizza quasi mai, secondo gli studi di Lucille Courdesses.

La studiosa evidenzia invece come la negazione sia frequentissima nel politico socialista francese Léon Blum. Egli guida il Partito Socialista e sale alle più alte cariche politiche sia prima della guerra, sia dopo la liberazione dai nazisti. Nenni, di vent’anni più giovane, certamente aveva presente i suoi scritti e i suoi discorsi. C’è anche un carteggio dove Blum si rivolge a  Nenni chiamandolo “Mon cher ami”. Ho scelto casualmente una frase di Blum: “Una politica timida e pusillanime non ha fiducia che nell’esperienza, e l’esperienza ha quasi sempre qualcosa di senile. Ogni classe dirigente che può mantenere la sua coesione solo a condizione di non agire, che può durare solo a condizione di non cambiare, che non è capace di adattarsi al corso degli eventi di impiegare le nuove forze delle nuove generazioni, è condannata a  scomparire dalla storia” (Leon Blum, in “A misura d’uomo” scritto nel 1941, quando l’uomo politico è prigioniero dei nazisti). Anche qui ci sono le y da evitare per ottenere x, e la negazione è continua.

La negazione è una strategia comunicativa di Pietro Nenni

La negazione è una strategia comunicativa di Pietro Nenni: ha forza persuasiva, supporta la dialettica e il dialogo con gli interlocutori.

Di fondo c’è sempre il “noi” di Pietro Nenni: il senso che egli ha dei fini, e dei mezzi per ottenerli. Ciò che noi non vogliamo ci deve essere chiaro;  oppure la direzione che non possiamo prendere, se vogliamo costruire meglio il nostro domani.

Exit mobile version