Storia di una capinera – recensione teatrale

-di RITA BORELLI-

 

L’idea registica di Guglielmo Ferro per Storia di una capinera in scena al teatro Quirino Vittorio Gassman dal 20 Febbraio al 3 Marzo, con protagonisti Enrico Guarneri e Nadia De Luca, vede un allestimento classico, senza innovazioni creative e freschezza. Anzi, il regista ha optato per l’ambientazione cupa ed oppressiva di un triste convento di suore benedettine. Una sensazione di soffocamento scende fino in sala ad apertura di sipario e avvolge gli spettatori, conducendoli così nel dramma drammaticissimo della giovane novizia Maria.

La storia ci narra di una Sicilia del XIX secolo, ricca di atmosfere contrastanti, passioni vissute nell’ombra e talvolta se non spesso in modo falso, dove esiste spazio solo per i grandi conflitti umani. Maria la protagonista, rappresenta il simbolo dell’eterna battaglia dell’essere umano, diviso tra il desiderio individuale e le aspettative della società. Il suo cuore palpita di passioni contrastanti e ignote, fino a quando incontra per caso Nino, che risveglia in lei l’amore. Un sentimento ignoto, mai provato prima, di cui ha paura ma che tuttavia vorrebbe vivere perché ne intuisce la potenza e la gioia che nelle tetre mura del monastero non ha mai provato. Un sentimento che deve però sacrificare per il peso di convenzioni familiari e sociali e per il bene della famiglia.

L’opera di Verga non lascia spazio alla neutralità, ci mostra i confini esistenti tra passione e dovere, e il viaggio nel labirinto dell’animo umano, dove l’innocenza si scontra con la crudeltà del destino, facendoci confrontare con le nostre pulsioni più oscure e i desideri più proibiti. Pone  interrogativi sulla natura stessa dell’amore e della libertà. Libertà che è rinuncia di sé e che forse si può raggiungere solo non vivendo, proprio come fa la capinera, uccello che canta libero e selvaggio e che solo morendo conquista il sogno della libertà.

Storia di una Capinera è di per sé un racconto drammatico, con protagonisti l’ipocrisia e la falsità. Ma è anche un’opera che possiede una modernità che ci rivela come anche oggi nella società del XXI secolo non si riesca a reagire a pressioni esterne  e ci si lasci influenzare e soggiogare nelle scelte individuali.

Oggi, conseguire i propri sogni e autorealizzarsi sembrerebbe molto più agevole, eppure molte persone a causa di pressione economica ed esigenza di mantenere alti standard di vita, vengono spinti a scelte che non riflettono i loro desideri più profondi. Quindi, nonostante esistano differenze sostanziali che ci dividono dal contesto del XIX secolo, il conflitto tra desiderio personale e aspettative sociali rimane ancora una sfida rilevante e presente per molte persone.

Guglielmo Ferro nella sua regia non ha avvertito l’esigenza di un’analisi innovativa, dando così vita ad una rappresentazione statica e priva di fantasia, bloccata nel passato ed incapace di cogliere lo spirito contemporaneo dell’opera che è risultata pertanto greve e monotona. Tutto ha seguito uno schema prevedibile, senza sorpresa, senza l’incantesimo teatrale che ci si aspettava.

Anche i protagonisti: Enrico Guarneri e Nadia De Luca, non sono stati in grado di conquistare il palcoscenico con la loro presenza. Sono sembrati impacciati, privi di carisma e hanno recitato i loro dialoghi con piattezza.  Saper recitare significa trasmettere emozione. Non serve enfatizzare le parole con esagerazioni o artifici, ma sapersi concentrare sull’espressione autentica delle passioni e i dolori che vivono i personaggi, sapersi immergere nel ruolo comprendendone appieno i sentimenti.

Ciò che, in questo spettacolo, non è mai accaduto.

 

 

Teatro Quirino Vittorio Gassman

20 febbraio – 3 marzo

Progetto Teatrando
presenta

ENRICO GUARNERI
NADIA DE LUCA

STORIA DI UNA CAPINERA

di Giovanni Verga

con la partecipazione straordinaria di Emanuela Muni

 

e con (in ordine alfabetico)

Rosario Marco Amato   Verdiana Barbagallo   Federica Breci

Alessandra Falci   Elisa Franco   Loredana Marino   Liborio Natali

 

regista collaboratore Giampaolo Romania

scene Salvo Manciagli

costumi Sartoria Pipi

regia GUGLIELMO FERRO

 

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

Rispondi