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Edipo re. Una favola nera – recensione teatrale

-di RITA BORELLI-

 

In un periodo in cui la reinterpretazione delle opere classiche sembra essere diventata quasi un’esigenza inevitabile, il difficile obiettivo che si pone è quello di poter fornire una visione contemporanea, che pur discostandosi da quella originaria, dimostri la capacità che il teatro classico ha di poter dialogare anche con nuove interpretazioni senza snaturarne lo spirito primigenio. La tragedia Edipo Re di Sofocle, in questo senso, si presta benissimo a tale scommessa culturale,  ed offre spunti di riflessione importanti su tematiche che hanno ancora oggi una valenza universale che mantengono la loro efficacia. La versione scenica di Edipo curata da Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, ha tratto ispirazione da maestri come Thomas Mann, Hugo von Hofmannsthal e Jean Cocteau, tanto per citarne alcuni, rivelando come una narrazione classica riesca a conservare inalterata la sua forza espressiva, pur rinnovandosi in una chiave che potremmo definire di “favola gotica” dai contorni noir. Questa reinterpretazione non solo conserva, ma amplifica la risonanza delle tematiche trattate, risvegliando quelle sensibilità spesso assopite dal frastuono della contemporaneità.

Come affermava Aristotele, “Conoscersi è l’inizio di ogni saggezza”, una massima che trova particolare risonanza in questa moderna interpretazione di Edipo Re che dal 6 al 29 Marzo, ogni sera, al Teatro Elfo Puccini di Milano, registra il tutto esaurito grazie alle straordinarie performance degli attori Edoardo Barbone, Ferdinando Bruni, Vincenzo Grassi e Mauro Lamantia.

Edipo Re, narra la storia di Edipo, re di Tebe, uomo di profonda saggezza e intelligenza, che rimane inevitabilmente intrappolato nelle maglie del destino. La tragedia si svolge all’ombra di un oracolo che predice la rovina di Edipo attraverso un parricidio seguito da un incesto. L’indagine ostinata che Edipo fa sulla morte del precedente re di Tebe: Laio, si trasforma in una rivelazione orribile della propria identità e del compimento seppure involontario della profezia.

La versione fatta da Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, pur mantenendo il nucleo narrativo di Sofocle, introduce sottili modifiche di contestualizzazione e di messa in scena, che rendono l’opera straordinariamente attuale, a tratti addirittura fiabesca e lieve. Gli elementi tradizionali si intrecciano con innovazioni di linguaggio, scenografie minimaliste eppure evocative e un approccio di recitazione che enfatizza l’universalità dei temi trattati: il libero arbitrio contro il destino, la ricerca della verità, la responsabilità etica e personale.

L’eccezionale e sorprendente bravura di ciascun attore ha arricchito la performance di una profondità e una intensità fuori dal comune. Ognuno di loro ha dato un contributo unico e irripetibile, muovendosi sul palco con una sincronicità impeccabile e trasmettendo emozioni vibranti e verità struggenti attraverso gesti, sguardi e parole.

Particolarmente pregevole è stata la recitazione di Vincenzo Grassi nel ruolo di Edipo, interpretato con bravura e sensibilità. Il giovane e talentuoso attore ha dimostrato un controllo eccezionale della voce, della gestualità del corpo e delle espressioni facciali, restituendo con grande autenticità gli stati d’animo di un uomo travolto dal dolore di eventi al di là del suo controllo. La sua performance priva di ogni eccesso o imperfezione, ha evidenziato il talento promettente di questo interprete che auspichiamo di poter apprezzare in ulteriori prestigiose produzioni. Analogamente encomiabili sono stati gli altri membri del cast: Edoardo Barboni, Ferdinando Bruni e Mauro Lamantia, chiamati a interpretare diversi ruoli con grande maestria e versatilità, dimostrando un’abilità attoriale di altissimo livello.

Ogni istante della performance intriso di profondità e significato ha offerto la visione rinnovata dell’opera che non ha perso il suo significato. La scenografia seppure minimale è risultata efficace, i costumi coerenti con la visione registica e l’illuminazione e sonorità accuratamente calibrate, hanno ulteriormente contribuito a trasmettere spessore ad ogni scena.

Un Edipo re, dunque, che riesce a dialogare con il nostro tempo, e che illumina le oscurità dell’animo umano con una luce che, seppur proveniente da un passato lontano non ha perso nulla della sua bellezza.

TEATRO ELFO PUCCINI

Sala Shakespeare

6 / 29 marzo 2024

Ferdinando Bruni

EDIPO RE

UNA FAVOLA NERA

uno spettacolo di Bruni/Frongia

DURATA: 1 ora e 15 minuti

uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
con Edoardo Barbone, Ferdinando Bruni, Vincenzo Grassi, Mauro Lamantia
costumi di Antonio Marras
realizzati da Elena Rossi e Ortensia Mazzei
maschere di Elena Rossi
luci di Nando Frigerio
suono di Giuseppe Marzoli
assistente alla regia Alessandro Frigerio
assistente scene Roberta Monopoli
assistente costumi Elena Rossi
si ringrazia Tonino Serra per la decorazione del mantello di Edipo
produzione Teatro dell’Elfo
con il contributo di NEXT- laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo, Regione Lombardia e Fondazione Cariplo

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