Chi è io? – recensione teatrale

-di RITA BORELLI-

 

Nel delicato equilibrio dell’esistenza, dove l’effimero si intreccia con l’eterno, l’arte danza con la vita e l’anima dialoga con la psiche. È così che prende vita lo spettacolo Chi è io?. Un’opera che si presenta come un enigma, avvolto nella nebbia impenetrabile della coscienza umana e che evoca le parole di Søren Kierkegaard: “La vita può solo essere capita all’indietro, ma deve essere vissuta in avanti.”

Chi è io? è il nuovo appuntamento teatrale del Teatro Ambra Jovinelli in scena dal 3 al 14 Aprile, con  protagonista Francesco Pannofino, e con Emanuela Rossi, Eleonora Ivone e Andrea Pannofino. La scrittura del testo e la regia sono di Angelo Longoni.

Nonostante il comunicato stampa etichetti lo spettacolo come “commedia teatrale divertente e metafisica”, il lavoro di Longoni, pur cercando di navigare qua e là tra i flutti dell’umorismo, affonda le sue radici in una complessità di temi a dir poco impegnativi. La rappresentazione, attraverso un intricato labirinto di riflessioni e contraddizioni, intenderebbe guidare gli spettatori in un viaggio verso l’abisso della mente, dove le domande più profonde dell’essere umano possono trovare possibili risposte.

Lo spettacolo esplora la contrapposizione tra l’illusorio mondo della televisione e la cruda realtà della vita, ripercorrendo la ricerca dell’identità umana  e del suo significato nelle esperienze quotidiane. La trama piuttosto complessa si snoda attraverso interviste televisive, sedute terapeutiche e momenti di introspezione del protagonista Leo Mayer, uno psicoterapeuta e scrittore le cui opere suscitano ampio dibattito nel pubblico, il quale  nell’intervista televisiva offre una visione complessa e stratificata della propria esistenza.

L’obiettivo dello spettacolo è quello di suscitare una riflessione su tematiche esistenziali cruciali: cos’è l’anima, chi siamo veramente, cosa vogliamo e qual è il nostro destino? In questo contesto, Leo Mayer assume un ruolo simbolico, paragonabile a quello di Virgilio per Dante, fungendo da guida attraverso cui è possibile esplorare gli abissi della nostra coscienza e intraprendere il viaggio alla ricerca della verità passando attraverso le nostre esperienze personali. Come Virgilio accompagnò Dante nell’oltretomba, così Mayer conduce il pubblico in un percorso di auto esplorazione e ricerca interiore, illuminando le vie nascoste dell’esistenza e invitando a confrontarci con i grandi enigmi della vita.

Francesco Pannofino, sebbene abbia dimostrato buona padronanza tecnica e buona capacità di interpretazione del personaggio, non è riuscito a suscitare un’immediata connessione emotiva nel pubblico. È mancato quel lampo di genialità che avrebbe potuto trasformare la sua performance in qualcosa di veramente memorabile. Una interpretazione, la sua, che non ha purtroppo raggiunto quelle vette di ispirazione e impatto che avrebbero potuto caratterizzarla come straordinaria. Anche gli altri interpreti, pur dimostrando competenza, non hanno raggiunto i livelli di vivacità tali da conferire quel tocco di magia e di profondità emotività alla rappresentazione.

La regia di Longoni è stato un ambizioso tentativo di cercare di amalgamare le diverse sfaccettature narrative. L’intento di mescolare realtà e finzione in un connubio tra umorismo e tensione sottile, ha mostrato tuttavia durante lo spettacolo alcuni limiti. Ad esempio, sebbene i pazienti di Mayer siano stati ingegnosamente trasformati in conduttori televisivi – aggiungendo così un ulteriore strato di complessità alla trama -, il colpo di scena finale, pur rivelando la loro (dei conduttori televisivi) vera natura, non è riuscito a raggiungere l’impatto desiderato.

In un mondo avvolto dall’oscurità dell’ignoto, Chi sono io? non ha fornito risposte definitive, ma ha invece suscitato ulteriori interrogativi, aggiungendo così nuove dimensioni alle questioni preesistenti alle quali dobbiamo ora cercare noi spettatori di rispondere. Come suggeriva Jung: “Conoscere se stessi è l’avventura più grande.” Risolvere l’enigma della nostra identità, comprendere il significato della nostra esistenza e ciò che conta veramente nella vita rimangono tra i più affascinanti e irrisolti misteri che ci accompagnano. Forse, alla fine,  è davvero l’amore e il perdono tutto ciò di cui abbiamo bisogno.

3 | 14 aprile 2024

TEATRO AMBRA JOVINELLI

NUOVO TEATRO DIRETTA DA MARCO BALSAMO

Presenta

Francesco Pannofino

CHI È IO?

scritto e diretto da Angelo Longoni

e con

Emanuela Rossi

Eleonora Ivone

Andrea Pannofino

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

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