I maneggi per maritare una figlia – recensione teatrale

-di RITA BORELLI-

 

Uscire dal teatro dopo aver assistito ad uno spettacolo destinato a rimanere scolpito come un’esperienza rara e preziosa non avviene frequentemente. È stato bellissimo ascoltare i commenti degli spettatori che mentre guadagnavano l’uscita, parlavano animatamente di ogni dettaglio di quanto visto, rievocando le scene più divertenti. Alcuni pur non parlando si scambiavano sguardi compiaciuti e sorrisi soddisfatti.

Desidero pertanto iniziare questa recensione dello spettacolo I maneggi per maritare una figlia, in scena al Teatro Quirino Vittorio Gassman dal 2 al 14 Aprile, con un sentito ringraziamento, perché è un privilegio poter parlare di una rappresentazione guidata dai talenti indiscussi di Tullio Solenghi, protagonista e regista, e da Elisabetta Pozzi nel ruolo di co-protagonista.

Un’opera intramontabile della tradizione teatrale italiana I maneggi per maritare una figlia, scritta da Niccolò Bacigalupo intorno al 1959, in stretto dialetto genovese, interpretata a suo tempo dal bravissimo Gilberto Govi  e da sua moglie  Rina Gaioni.

La trama si sviluppa attorno alle disavventure di  Stefano, detto Steva,  marito  padre e commerciante di Genova, che vive agiatamente ma non nel lusso, perennemente in contrasto con la moglie Luigia, detta Giggia, impegnata a trovare un marito per sua figlia Matilde, ricorrendo ad ogni mezzo possibile e immaginabile. Attraverso una serie di inganni, malintesi e situazioni comiche, il pubblico viene via via coinvolto in un vortice di situazioni esilaranti e impreviste, mentre ognuno dei personaggi si trova costantemente costretto a fronteggiare le complicazioni del destino e le arti dell’inganno. La vivacità della commedia risiede nella sua capacità di mescolare il comico con il satirico, offrendo riflessioni intelligenti sulle convenzioni sociali e sui giochi di potere all’interno della società. Attraverso momenti esilaranti e dialoghi taglienti, l’opera suggerisce al pubblico riflessioni sulle dinamiche familiari e sull’importanza del matrimonio, e perché no?, anche sulle tensioni tra tradizione e modernità.

Con bravura e raffinatezza, Tullio Solenghi ha diretto questa interpretazione rispettando scrupolosamente il testo originale, ma regalando momenti di puro diletto con tocchi di eleganza e sensibilità. Nella sua versione, Solenghi non ha cercato di imitare l’indimenticabile Gilberto Govi, bensì ne ha incarnato il personaggio con fresca originalità, arricchendo la sua recitazione di sfumature, di mimiche facciali e di gestualità del corpo che hanno suscitato grande ilarità e complicità con il pubblico. Ha dimostrato un profondo rispetto per l’illustre predecessore, conferendo al ruolo una nuova vita e rendendo accessibile la comprensione del testo e dei dialoghi mitigando il dialetto genovese.

Bravissima anche Elisabetta Pozzi nel ruolo di Giggia. Ha dato vita ad un’interpretazione arricchendola di sfumature con la sua voce autorevole e versatile, modulandone i toni e le inflessioni in ogni situazione e trasmettendo la psicologia del personaggio in modo mirabile, sia nei momenti tragici che in quelli di leggerezza e comicità.

Ma è ogni membro del cast a brillare, con il suo talento unico e la sua dedizione al mestiere. Ognuno degli attori si è mosso  con grazia e precisione, dando vita a ogni singolo ruolo con profondità emotiva e autenticità. Ottima l’interazione tra di loro, come se fossero i veri protagonisti delle storie inscenate. Ogni gesto, ogni sguardo, ogni parola sono stati calibrati alla perfezione così da riuscire a catturare  l’attenzione degli spettatori e portarli nel mondo rappresentato dalla commedia.

In conclusione, I maneggi per maritare una figlia è stato uno spettacolo che ha incantato e divertito per la sua trama perfetta nei meccanismi comici, ma soprattutto per le interpretazioni straordinarie e per un’atmosfera irresistibile. Questa commedia rimane un capolavoro intramontabile della tradizione teatrale italiana che continua ad incantare e deliziare il pubblico, anche con un tocco di saggezza filosofica e tanti sorrisi sulle labbra.

TEATRO QUIRINO VITTORIO GASSMAN

2.14 aprile

Teatro Sociale Camogli
Teatro Nazionale di Genova
Centro Teatrale Bresciano
presentano

TULLIO SOLENGHI
ELISABETTA POZZI

I MANEGGI PER MARITARE UNA FIGLIA

di Nicolò Bacigalupo

con
Stefania Pepe, Laura Repetto, Isabella Loi, Federico Pasquali, Pier Luigi Pasino, Riccardo Livermore, Roberto Alinghieri

scene e costumi Davide Livermore
trucco e parucco Bruna Calvaresi
regista assistente Roberto Alinghieri
scenografa e costumista assistente Anna Varaldo

regia TULLIO SOLENGHI

 

 

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