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Smarrimento – recensione teatrale

-di RITA BORELLI-

 

La sesta giornata del Ginesio Fest 2024 ha visto in scena lo spettacolo Smarrimento, con una bravissima Lucia Mascino, su drammaturgia e la regia firmate da Lucia Calamaro.

La narrazione di questo spettacolo esplora un tema che ha afflitto molti dei più grandi autori della letteratura e delle arti in generale: la paralisi creativa, comunemente nota come “blocco dello scrittore”. Questo stato non rappresenta solo una crisi artistica, ma una vera e propria discesa nell’abisso della psiche umana. Pensiamo ad autori come F. Scott Fitzgerald o Franz Kafka, o a compositori come Sergej Rachmaninov: perché purtroppo la chiusura totale della creatività non risparmia alcuna forma d’arte né livelli di genialità. Ma cosa si cela realmente in questo vuoto? Cosa avviene dietro il sipario della mente di chi non riesce più a creare?

A queste domande cerca di rispondere Smarrimento, uno spettacolo che, grazie al talento di una poliedrica Lucia Mascino, trasforma il palco in un labirinto mentale. La protagonista, scrittrice di successo, affronta la propria crisi creativa e le profonde inquietudini che ne derivano. Lo spettacolo però non si limita a esplorare il blocco dello scrittore, ma indugia indagando con sensibilità la complessità dell’esperienza umana, rivelandoci quanto sia sottile e fragile la linea che separa la creatività dalla paralisi.

Il percorso si sviluppa attraverso un monologo semiserio e accattivante, punteggiato da domande rivolte al pubblico, che partecipa e risponde alle provocazioni dell’attrice. Questo monologo è al contempo una confessione e una riflessione, dove il confine tra realtà e immaginazione si dissolve. I personaggi del romanzo incompiuto non sono semplici figure immaginarie, ma proiezioni delle sue ansie, paure e dubbi più profondi. La scrittrice vede riflessi in essi i propri fallimenti e speranze in un gioco pirandelliano che svela quanto le identità possano essere fluide e sfuggenti.

La pièce si rivela un mosaico ricco ed emotivo, in cui ogni tassello rappresenta un frammento dell’animo umano. La drammaturgia di questa rappresentazione, sebbene esile e forse non tra le migliori della Calamaro, ci invita a riflettere non solo sullo stallo di un processo creativo, ma anche sul senso della vita, sulle aspettative che ci imponiamo e soprattutto su quelle che la società spesso ci impone.

Lucia Mascino, con la sua interpretazione intensa e sfaccettata, ha saputo rendere tangibile il tormento interiore della protagonista. La sua capacità di oscillare tra toni leggeri ed a tratti drammatici crea un equilibrio perfetto, catturando l’attenzione del pubblico fin dal primo istante. Mascino non si limita a recitare un ruolo; lo incarna, dando vita a una performance al contempo intensa e delicata, ironica e tragica, mantenendo costantemente alta l’attenzione.

Smarrimento è più di uno spettacolo: è un viaggio nella psiche, una riflessione sulle fragilità presenti in ogni processo creativo e, in ultima analisi, uno sguardo penetrante sulla fragilità della condizione umana.

Con una drammaturgia essenziale e la sua messa in scena evocativa, questa pièce ci chiama a confrontarci con le nostre ansie, le nostre paure più profonde, spingendoci a trovare, forse, un po’ di noi stessi nei dubbi e nelle incertezze che vediamo riflesse nella protagonista.

Una serata a teatro che non solo intrattiene, ma arricchisce, offrendo preziosi spunti di riflessione per trovare soluzioni e affrontare i problemi quotidiani delle nostre vite.

 

 

Festival di San Ginesio 2024

23 agosto 2024

Ore 21:30

Auditorium Sant’Agostino

Smarrimento

uno spettacolo scritto e diretto da Lucia Calamaro
per e con Lucia Mascino
scene e luci Lucio Diana
costumi Stefania Cempini
produzione Marche Teatro

 

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