Giusto – recensione teatrale

-di RITA BORELLI-

 

A suggello di un’edizione davvero straordinaria, il Ginesio Fest 2024 si arricchisce di un’ultima gemma: lo spettacolo Giusto, scritto, diretto e interpretato dal talentuoso Rosario Lisma.

Una pièce bella ed empatica la sua, che in un mondo teatrale sempre più affollato di storie intrise di cinismo e disillusione, affiora come una gemma rara, brillando di una delicatezza inconsueta quanto mai indispensabile. Giusto non è soltanto il nome del protagonista, ma anche una dichiarazione d’intenti, un invito a riflettere su cosa significhi essere “giusti” in un mondo che sembra aver perso di vista il significato profondo di questa parola.

Lo spettacolo, scritto con passione da Rosario Lisma, si muove con leggerezza tra lo stravagante e il fiabesco, dipingendo il ritratto di un impiegato dell’INPS a Milano intrappolato in un microcosmo grottesco e inumano. Giusto, mite e solitario, è una figura fuori dal tempo eppure quanto mai affascinante, che si aggira come un fantasma tra colleghi che sono delle caricature di brutale crudeltà e individualismo: qualità proprie della società contemporanea. Durante l’incontro con i giornalisti, Lisma ha rivelato che l’idea di questa storia gli è venuta pensando a un caro amico della sua giovinezza, il quale incarnava le sfumature e le caratteristiche del personaggio. Questo dettaglio autobiografico, ha conferito allo spettacolo un’autenticità ulteriore, rendendolo profondamente radicato nelle esperienze vive dell’autore.

La scenografia, minimalista, è stata arricchita dalle illustrazioni suggestive di Gregorio Giannotta, che hanno conferito al palcoscenico una dimensione onirica e surreale, popolata di creature fiabesche che hanno accompagnato Giusto nella sua silenziosa battaglia contro l’indifferenza e la crudeltà. Il calabrone Salvatore, per esempio, pittore di finestre sulle pareti nel disperato tentativo di trovare una via di fuga: simbolo di un desiderio universale di libertà e comprensione.

Giusto è una parabola moderna sulla gentilezza e l’anticonformismo, un’opera che esorta lo spettatore a non arrendersi davanti all’imperante competitività e la rabbia sociale. Il sogno impossibile di Giusto: baciare Sofia Gigliola, detta la Balena o profitterol, rappresenta la sua ricerca disperata di amore e il riconoscimento in un mondo che sembra avere spazio solo per la spietatezza.

Rosario Lisma, con una scrittura ironica e poetica allo stesso tempo, è riuscito a far riscattare gli invisibili, i cosiddetti “perdenti”, quelli che troppo spesso la società ignora. La sua opera non è solo un inno alla bontà, ma una sfida lanciata alla realtà: è possibile essere gentili e sopravvivere in un mondo che premia solo i più cinici? La risposta di Giusto è un sì dolceamaro, ma non per questo meno potente. “Essere buoni è rivoluzionario,” sembra sussurrarci lo spettacolo, che alla fine lascia, a seconda di come volerlo interpretare, un retrogusto di speranza nel cuore di ognuno di noi. Non c’è vittoria, ma resistenza, e in tempi come i nostri, forse è proprio la resistenza dell’animo umano la vittoria più grande.

A conclusione di queste riflessioni, è naturale evocare le parole di Albert Camus: “La grandezza dell’uomo risiede nella sua decisione di essere più forte della propria condizione”.

In un mondo che ci costringe spesso a fare i conti con la solitudine, la vera forza di ciascuno di noi si trova nel coraggio di essere autentici e nel perseguire ciò che, in fondo, riteniamo davvero giusto!

 

 

Festival di San Ginesio 2024

24 agosto 2024

Ore 21:30

Auditorium Sant’Agostino

Giusto

Testo e regia Rosario Lisma
Con Rosario Lisma
Aiuto regia Alessia  Donadio
Costumi Daniela De Blasio
Illustrazioni Gregorio Giannotta

Produzione Fondazione Luzzati Teatro della Tosse

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

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