-di RITA BORELLI-
Il teatro ha il potere di aprire varchi profondi nelle coscienze, e non è mai scontato poter assistere a uno spettacolo come Petricore, opera che scava con precisione chirurgica nell’essenza umana e mettendone a nudo la complessità e le fragilità, spingendo lo spettatore a confrontarsi con domande scomode e scelte morali irrisolvibili.
Scritto da Simone Guarany e Licia Amendola, che ne cura anche la regia, e portato in scena dagli straordinari attori Leonardo Bocci, Matteo Cirillo e lo stesso Guarany al Teatro Cometa Off, Petricore si addentra in uno dei temi più controversi e attuali del nostro tempo: la pena di morte. Con una narrazione tagliente e un’ambientazione cupa, lo spettacolo trasporta il pubblico in una dimensione in cui il confine tra giustizia e violenza è sottile e incerto, e le convinzioni morali vacillano in modo inquietante.
Petricore è un’esplorazione della natura umana e della giustizia che colpisce per la sua intensità. La regia di Licia Amendola, sobria e rigorosa, costruisce uno spazio scenico che, pur nella sua apparente staticità, diventa un microcosmo di tensioni etiche e morali, un luogo dove il tempo sembra sospeso tra l’attesa e l’irreversibilità delle decisioni. L’ambientazione claustrofobica del carcere, immersa nell’oscurità e senza punti di riferimento temporali, amplifica l’angoscia esistenziale dei personaggi, dando corpo alla metafora della condizione umana.
Le due guardie, Marco e Claudio, incarnano la dualità tra conformismo e dilemma morale. Attraverso la loro interazione, emerge non solo un dramma sociale, ma una discesa nelle coscienze, dove l’autorità si scontra con la fragilità degli uomini. Claudio, con il suo crescente smarrimento e problematiche personali, incarna la crisi del dubbio morale, mentre Marco, più rigido e inflessibile, rappresenta una società che accetta passivamente un’autorità anche quando essa è discutibile. A dare una svolta al conflitto è Valerio, il condannato, la cui presenza silenziosa instilla un’inquietudine che mina l’equilibrio mentale dei due carcerieri: come se la sua colpevolezza o innocenza contassero meno del fatto stesso di essere umano, un dettaglio che sbriciola le certezze morali dei suoi custodi.
I tre interpreti sono straordinari nel dare vita a personaggi complessi e stratificati. Leonardo Bocci e Matteo Cirillo riescono a rendere in modo intenso le contraddizioni che vivono alleggerendo con ironia i momenti di massima intensità e partecipazione emotiva. La loro interpretazione collettiva riesce a mantenere una tensione palpabile per tutta la durata dello spettacolo, coinvolgendo il pubblico in un’esperienza profonda.
La regia evita ogni facile sentimentalismo, concentrandosi più sull’interiorità dei personaggi e creando un’atmosfera in cui la condanna assume un valore allegorico, e irreversibile. Petricore non è una critica alla pena di morte, ma una riflessione sul significato della vita e meditazione sul confine sottile che separa giustizia e vendetta, ordine e confusione.
Elementi chiave dello spettacolo sono le sonorità di Simone Martino e le luci curate da Giulia Bornacin e Licia Amendola, che si fondono nella narrazione come secondo linguaggio, fatto di chiaroscuri e ombre. Le luci non solo rivelano, ma nascondono a loro volta, come se la giustizia stessa fosse una verità incerta, in bilico fra condanna e salvezza. Ogni dettaglio della messinscena contribuisce a sottolineare il conflitto interiore, amplificando il senso di ineluttabilità che pervade lo spettacolo.
In definitiva, Petricore riesce ad essere tanto un dramma quanto profonda riflessione filosofica, che attraverso un testo lucido e immediato invita il pubblico a un confronto non solo con la vicenda rappresentata, ma con il proprio senso di giustizia e umanità. Senza svelare nulla, anche il finale, spiazzante e inaspettato, immerge lo spettatore in un evento devastante, lasciando una sensazione che richiama la brutalità di una perdita, quasi come fosse la morte di qualcuno. Un’esperienza teatrale che colpisce con la forza dell’apparente leggerezza, più incisiva e disturbante di quanto si possa immaginare.
TEATRO COMETA OFF
Da martedì 22 a domenica 27 ottobre 2024
PETRICORE
scritto da Licia Amendola e Simone Guarany
con Leonardo Bocci, Matteo Cirillo e Simone Guarany
Regia di Licia Amendola
con la partecipazione in voce fuori campo di Giorgio Gobbi
Aiuto Regia : Giulia Bornacin
Assistente alla Regia: Filippo Gentile
Scenografia: Francesca Meloni e Giulia Bornacin
Costumi: Jenni Altamura
Musiche/Effetti: Simone Martino
Disegno Luci: Giulia Bornacin e Licia Amendola
