-di RITA BORELLI-
L’oscurità avvolge la sala, preludio a un’esplosione improvvisa di luce che invade la scena. Il sipario si apre, e una figura inerme emerge dal suolo: il corpo segnato da deformità che sembrano riflettere un’anima inquieta e tormentata. È il duca di Gloucester, futuro Riccardo III, protagonista scomodo e oscuro, incarnazione di un’ambizione senza scrupoli, disposta a corrompere, tradire e uccidere pur di saziare la propria sete di potere. In questa tragedia, Shakespeare ci consegna uno dei ritratti più spietati e feroci della smania di dominio.
Al Teatro India, la produzione di questo Riccardo III, guidata dalla regia di Luca Ariano, eleva la tragedia shakespeariana a nuove profondità di intensità emotiva e visiva. Con un approccio incisivo e coinvolgente, Ariano trasforma il testo in un percorso viscerale, una discesa nelle ombre della psiche, dove crudeltà e fascino oscuro si fondono. Riccardo affiora come un antieroe che incarna il male nelle sue sfumature più torbide; il suo carisma inquietante, amplificato dalla deformità fisica, risplende di una feroce determinazione di poter piegare il mondo alla propria volontà.
La modernità di questa messa in scena risiede non solo nella figura di Riccardo, ma nella capacità della tragedia di riflettere anche l’oggi: la corruzione individuale del personaggio shakespeariano si identifica come un simbolo senza tempo di una corruzione più vasta, che attraversa epoche e poteri. La sua ambizione è un riflesso feroce della politica e della morale contemporanee, e in questa figura storica e teatrale rivivono le ombre dell’oggi, dove sete di dominio e disprezzo per l’umanità assumono forme sempre diverse, ma mai scomparse.
Pietro Faiella, protagonista indiscusso e sempre presente sulla scena, veste i panni di Riccardo con un’intensità che trascende la recitazione. La sua performance sfida talvolta lo sguardo dello spettatore, tratteggiando un uomo feroce ma irresistibile, che si eleva come un burattinaio impassibile, spietato manipolatore di coloro che lo circondano. Faiella mostra la complessità di un personaggio tormentato e crudele, alternando momenti di glaciale determinazione a sprazzi di introspezione, suggerendo che, sebbene egli sia un mostro, la sua disumanità si nutre delle fragilità umane. E così, tra crudeltà e dubbi, affiora la figura ambigua di un tiranno che, pur immune ai vincoli della morale, si scopre vulnerabile davanti ai propri incubi.
Il cast intero, saldo e ben amalgamato, è fondamentale per creare il mondo oscuro che ruota intorno a Riccardo. I suoi compagni e rivali, tutti abili interpreti di personaggi sottomessi o complici, si muovono in una scenografia minimalista ma potentemente evocativa. L’ambientazione è realizzata esclusivamente da pannelli mobili che si aprono e si chiudono come i pensieri e le macchinazioni del protagonista, mutando colore e intensità in funzione del tono della scena. Questa scenografia essenziale non sottrae nulla alla narrazione, anzi: lascia spazio ai protagonisti di dominare la scena, amplificando l’isolamento di Riccardo e creando un ambiente fluido che asseconda il ritmo e il flusso dell’opera.
Questo Riccardo III è uno spettacolo intenso, che fonde il rispetto del testo originale con una lettura moderna e penetrante, attualizzando un personaggio secolare, un archetipo, rendendolo simbolo di corruzione politica e morale che non appartiene solo al passato, ma è l’emblema di ogni tiranno, finendo per diventare un monito potente e non moralistico contro l’arroganza e la disumanità di chi cerca di piegare il mondo alla propria volontà, senza ideale alcuno che giustifichi la propria sete di dominio.
Al termine della rappresentazione, il pubblico lascia la sala in silenzio, pervaso dalla consapevolezza che Riccardo non è solo un tiranno di un’epoca passata, ma un’ombra persistente, capace di risorgere in ogni tempo e luogo. Ariano accompagna simbolicamente la caduta di Riccardo con le note di My Way di Frank Sinatra, che ne accentuano l’isolamento: un uomo solo, schiacciato dalla propria ambizione, di fronte al vuoto lasciato dalla sua insaziabile sete di potere. Solo e ormai sconfitto, non gli resta che chiedere “Un cavallo! Un cavallo! Il mio regno per un cavallo”!
FONDAZIONE TEATRO di ROMA – TEATRO INDIA
Riccardo III
22 ottobre – 10 novembre 2024
Di William Shakespeare
Progetto di Luca Ariano e Pietro Faiella
Regia: Luca Ariano
Con: Pietro Faiella, Roberto Baldassari, Gilda Deianira Ciao, Romina Delmonte, Luca Di Capua, Lucia Fiocco, Mirko Lorusso, Liliana Massari, Alessandro Moser

