Trappola per topi – recensione teatrale

-di RITA BORELLI-

 

Quando un thriller non riesce a trasmettere tensione né a coinvolgere emotivamente, il risultato può essere un’esperienza teatrale che delude le aspettative. Questo è purtroppo il caso dello spettacolo Trappola per topi, in scena al Teatro Quirino Vittorio Gassman, diretto da Giorgio Gallione e con Ettore Bassi nel ruolo di protagonista. Nonostante il potenziale del testo di Agatha Christie, questa messa in scena non riesce a sorprendere il pubblico, risultando priva di quelle emozioni che hanno consacrato l’autrice come la “regina del giallo”.

La trama, celebre e amatissima, resta un raffinato intreccio di suspense e intrighi: in una pensione isolata durante una tormenta di neve, un gruppo eterogeneo di personaggi, ciascuno con il proprio segreto, si ritrova bloccato mentre un omicidio scuote l’equilibrio precario. Con il suo consueto acume, Christie tesse un labirinto di indizi e false piste, invitando il pubblico a decifrare l’identità dell’assassino. I dialoghi brillanti e il finale sorprendente sono emblemi della sua abilità nel trasformare il crimine in pura arte teatrale.

Tuttavia, l’allestimento non riesce a valorizzare pienamente il capolavoro. La regia si rivela prevedibile, incapace di cogliere e amplificare il potenziale drammatico del testo. Il primo atto si trascina con lentezza, lasciando lo spettatore in attesa di una tensione che tarda ad arrivare. Al contrario, il secondo atto accelera bruscamente, sacrificando l’introspezione dei personaggi e la costruzione emotiva per giungere a una risoluzione frettolosa che diluisce l’impatto dell’acmenarrativo.

Il cast, sebbene composto da attori esperti, non riesce a restituire la complessità emozionale dei personaggi, che appaiono solo abbozzati e privi di autentica tridimensionalità. Faticano a creare una coralità convincente, e quella coesione indispensabile a far emergere dei soggetticredibili e autentici così come il testo della Christie richiede. Anche Ettore Bassi, attore esperto e capace, non trova nel ruolo il giusto spazio per esprimere le sue potenzialità risultando poco incisivo. La sensazione è quella di assistere non a una trasposizione teatrale, ma a una sequenza di scene statiche, prive della vitalità necessaria a coinvolgere il pubblico.

Dal punto di vista visivo, le scenografie di Luigi Ferrigno sono uno degli elementi più riusciti. L’ambientazione della pensione Monkswell Manor è resa con un efficace senso di claustrofobia, capace di evocare l’isolamento che la storia richiede. Tuttavia, questo elemento non basta a colmare le carenze di regia e interpretazione. La colonna sonora, composta prevalentemente da brani dei Beatles, risulta poco coerente con l’atmosfera del testo, risultando un elemento estraneo alla costruzione della tensione.

L’impressione generale è quella purtroppo di un’occasione mancata. Una versione di Trappola per topi che non è riuscita a cogliere l’essenza dell’opera, restituendoci uno spettacolo piatto e poco emozionante, lasciando nel pubblico un senso di insoddisfazione.

La forza di questo spettacolo è nella capacità di riuscire a trasportare lo spettatore in un universo di segreti e ambiguità, dove ogni elemento – dialoghi, interpretazioni, regia e scenografia – concorre a creare un equilibrio sottile ma potente. In questo allestimento, però la “Trappola” non scatta, e il risultato è uno spettacolo privo di effetti, depotenziato.

Come scrisse la stessa Christie: Ogni assassino è probabilmente il vecchio amico di qualcuno.” Un pensiero che intreccia familiarità e tradimento, racchiudendo l’essenza di Trappola per topi che, in questo allestimento, resta purtroppo in sordina.

Un vero peccato!

 

TEATRO QUIRINO VITTORIO GASSMAN

19 novembre . 1 dicembre

La Pirandelliana
presenta
ETTORE BASSI

TRAPPOLA PER TOPI

di Agatha Christie
traduzione e adattamento Edoardo Erba
con
Claudia Campagnola, Dario Merlini, Stefano Annoni, Maria Lauria
Marco Casazza, Matteo Palazzo, Raffaella Anzalone
scene Luigi Ferrigno
costumi Francesca Marsella
musiche Paolo Silvestri
luci Antonio Molinaro
regia GIORGIO GALLIONE

 

fondazione nenni

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