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Sonata sulla via di Rossano – recensione teatrale

-di RITA BORELLI-

 

“Senza musica, la vita sarebbe un errore” diceva Nietzsche. Scopriremo presto il perché.

Un perché che ci è offerto dal Teatro Argentina, la sera del 2 dicembre, che si è trasformato in un treno, un viaggio tra i meandri della colpa e della memoria, verso una Calabria che risuona di dramma e redenzione. Sonata sulla via di Rossano, adattata e diretta con abilità da Fabio Cavalli, non è solo uno spettacolo ma un dialogo con le zone d’ombra che ciascuno porta dentro di sé, attraverso un intreccio di note, parole e silenzi che scavano nella fragilità umana.

Ispirata al racconto di Lev Tolstoj, la pièce colloca il dramma in un’Italia di qualche decennio fa, tra campagne assolate, i fatalismi e le suggestioni di un Sud che diventa cassa di risonanza amplificando i conflitti interiori. Sul palco, la vicenda di un uxoricida ossessionato dalla gelosia si dilata in un’indagine sull’animo umano, che risuona potentemente ancora nel nostro presente.

Il protagonista, Francesco De Masi, è un uomo ordinario marchiato dall’infamia del delitto. Con voce brutale e disperata, egli intrappola i compagni di scompartimento e gli spettatori stessi, in un crescendo di confessioni che sfiorano il tragico e il sublime. La sua storia, scandita dalla potenza ambivalente della Sonata a Kreutzer di Beethoven, diventa una prova inquietante di come la musica possa essere contemporaneamente estasi divina o miccia di una follia distruttiva.

Intorno a lui, gli altri viaggiatori incarnano un’Italia affaccendata e disattenta, riflesso di un’umanità che cerca di sfuggire a verità scomode. Il pragmatico e benestante commerciante di maiali, il mercante di farina e funghi sposato e divorziato con una donna del Friuli, e l’avvocato con le sue giustificazioni morali vacue sembrano immuni alla tragedia che grava. Ma è soprattutto il silenzio enigmatico del personaggio di Leonardo Ligorio a squarciare la scena, come a ricordarci che ciò che non si dice può talvolta pesare più di ogni parola.

La regia di Cavalli unisce il realismo crudo dei dialoghi a una dimensione quasi onirica, resa vibrante dalla musica di Irene Moretti e Andrea Nunzi. Con voce, violino, chitarra e percussioni, i due musicisti non si limitano ad accompagnare la narrazione, ma ne potenziano l’impatto, dando forma sonora ai moti dell’anima. Le loro note si fondono con il lento incedere del treno, scandendo il ritmo del rimorso e della condanna ed evocando un destino inevitabile.

Gli attori, provenienti dal Teatro Libero di Rebibbia, portano sul palco un’energia autentica e profonda, intrisa forse delle loro esperienze di vita. Non si limitano a interpretare la colpa: la vivono, la attraversano, trasformandola in un’espressione artistica di rara intensità. La loro presenza infonde al testo una urgenza emotiva che rende questa tragedia intima di ieri una importante riflessione sull’oggi.

Il pubblico non è solo spettatore, ma è coinvolto in una riflessione che solca oltre i confini della scena. Come in un confessionale collettivo, ogni parola si riversa nella sala, ponendo interrogativi universali: quanto la gelosia, l’ossessione o l’orgoglio possono diventare micce per distruggere noi stessi e gli altri? E soprattutto, fino a che punto siamo disposti a riconoscere le nostre responsabilità?

Sonata sulla via di Rossano non offre risposte facili, ma interroga lo spettatore, spingendolo a specchiarsi nelle proprie zone d’ombra. Come le note di Beethoven che echeggiano a lungo, questo spettacolo lascia in chi guarda domande sospese e forse irrisolvibili, perché a volte il peso più grande non è quello della colpa, ma della verità che scegliamo di non affrontare.

 

TEATRO ARGENTINA

2 dicembre ore 20:45

Sonata sulla via di Rossano

Drammaturgia e Regia di Fabio Cavalli

liberamente ispirato a Sonata a Kreutzer di Lev Tostoj con

Francesco De Masi, Juan Dario Bonetti, Giovanni Colonia,

Leonardo Ligorio, Marcello Lupo, Giacomo Silvano

con la partecipazione di

Irene Moretti Voce, violino e chitarra e Andrea Nunzi Percussioni ed effetti

Alessandro De Nino Direzione Organizzativa Alessandro MarvertiAssistente alla Regia

Laura Andreini Salerno Direzione di Progetto

Produzione La Ribalta – Centro Studi “Enrico Maria Salerno” con Associazione Ottava Arte

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