-di RITA BORELLI-
Nel labirinto della coscienza umana il falso si insinua silenzioso mascherandosi in verità. Le linee sottili tra illusione e realtà sbiadiscono invitando alla riflessione misteriosa della verità stessa. Questa l’idea registica di Andrea Barraco per il suo Otello di Shakespeare, in scena al teatro Quirino Vittorio Gassman dal 6 all’11 Febbraio, con un cast completamente femminile.
Un cammino di accese passioni, di intrighi, di emozioni scuote l’animo di Otello, rivelandoci un viaggio nell’abisso, dove amore e gelosia oscillano sotto lo sguardo di un destino implacabile e funesto.
Ma è veramente solo la gelosia di Otello che Shakespeare vuole sottolineare? Oppure desidera spingerci a considerazioni più ardite e acute su ognuno dei suoi personaggi più rappresentativi?
Cosa potremmo individuare di diverso in Otello rispetto al classico “cliché” di uomo geloso e possessivo che già conosciamo? Potremmo per esempio riflettere sul fatto di un suo evidente senso di insicurezza e inferiorità che lo affligge rispetto a Desdemona, di cui teme il confronto in quanto ritiene di non essere all’ altezza della sua classe sociale per differenza di età e di cultura. Oppure sul fatto che è insicuro del suo ruolo all’interno della società veneziana dell’epoca, pur essendo un generale apprezzato ma di diversa etnia, in una società dominata da bianchi. In ultimo, che è totalmente incapace a individuare e gestire le manipolazioni operate da Iago. Altro personaggio interessante nelle dinamiche dell’opera shakespeariana.
Iago sembra rivestire a prima vista solo il ruolo di un viscido ed abile manipolatore, che odia profondamente Otello che considera un rivale non meritevole dei suoi stessi meriti. La sua perversione, invidia, manipolazione e malvagità, sembrano essere senza motivo fondato. Il suo continuo voler esplorare la fragilità della fiducia umana, mettendo in atto il potere delle menzogne e delle insinuazioni, fanno di lui la rappresentazione del male senza una causa profonda. Egli incarna veramente solo il desiderio di distruggere gli altri e ottenere potere su di loro?
Anche Desdemona è davvero solo una donna innamorata e passiva? Oppure, forse, Shakespeare vuole mettere in evidenza ben altro? Mostrarci una donna volitiva, che simboleggia ideali di coraggio e determinazione che difende la sua reputazione e onestà senza paura anche davanti alla morte. Tutto questo, malgrado l’Otello sia un’opera che risente di una ambientazione di epoca elisabettiana, dove le donne ricoprivano per lo più ruoli di custodi della famiglia, dei figli e completamente sottomesse all’uomo.
Tutti questi aspetti che avrebbero potuto dare una nuova chiave di lettura ad un’opera classica come Otello non sono stati assolutamente analizzati nella visione registica di Andrea Baracco. Lo spettacolo è risultato formale ed ha peccato nel non avere avuto il coraggio di osare, proponendo una nuova visione di dramma classico, rimanendo ancorato ad un’immagine troppo scontata e convenzionale. Nuove sfumature e coloriture sui personaggi avrebbero potuto regalare slancio e freschezza a questo dramma intramontabile, rimuovendo l’aria polverosa che da sempre permea le sue rappresentazioni. L’approccio timoroso e troppo rispettoso della “lettera” del testo, non ha dato l’opportunità di una riflessione audace e innovativa, risultando l’ennesima occasione persa per elevare un’esperienza teatrale a vette di nuovo significato ed emozione.
Non è stato sufficiente come idea innovativa – se di innovazione si può parlare – affidare e far rivivere il dramma dell’Otello attraverso lo sguardo di un cast di bravissime protagoniste, che hanno dato vita – malgrado una regia classica e debole di lettura dell’opera – ad una recitazione intensa del dramma, facendone risaltare la forza, la fragilità e la furia attraverso interpretazioni di donne forti e vulnerabili allo stesso tempo.
Ognuna di queste talentuose interpreti: Valentina Acca, Flaminia Cuzzoli, Francesca Farcomeni, Federica Fracassi, Federica Fresco, Ilaria Genatiempo, Viola Marietti, Cristiana Tramparulo
hanno svolto un buon lavoro, nei limiti di una regia poco coraggiosa e non innovativa.
TEATRO QUIRINO VITTORIO GASSMAN
Teatro stabile dell’Umbria
con il contributo speciale della
Fondazione Brunello e Federica Cucinelli
presentano
Otello
6.11 febbraio
da William Shakespeare
con
Valentina Acca, Flaminia Cuzzoli, Francesca Farcomeni, Federica Fracassi, Federica Fresco, Ilaria Genatiempo, Viola Marietti, Cristiana Tramparulo
scene Marta Crisolini Malatesta
costumi Graziella Pepe
luci Simone De Angelis
musiche Giacomo Vezzani
traduzione e drammaturgia di Letizia Russo
regia di ANDREA BARACCO
