-di RITA BORELLI-
Non è affatto scontato uscire da un teatro dopo avere assistito ad una rappresentazione piacevolmente sopresi e sorridenti, soprattutto se la storia riguarda un amore infelice e sfortunato. Eppure, è stato questo sentimento che ha pervaso il pubblico all’uscita dall’Ambra Jovinelli, dove, dal 17 al 28 aprile, è in scena Cyrano de bergerac di Edmond Rostand, con Arturo Cirillo protagonista e regista.
Il programma di sala riporta una riflessione di Cirillo che getta luce sulle origini ispiratrici dello spettacolo: “Rievocare il ricordo di un musical visto da bambino a Napoli, nel sempre vivace Teatro Politeama, ha scatenato il primo impulso per questa nostra audace rivisitazione”. E, in effetti, è palpabile come Cirillo abbia intelligentemente mescolato il dramma classico con l’energia scintillante dei musical. La tragedia, immortale, che racconta la storia d’amore di Cyrano, si è trasformata in un’esperienza vibrante e coinvolgente, in cui il nobile guascone, eroe in battaglia e nei versi, trasforma il suo tormentato amore in uno spettacolo ricco di teatralità, melodie e canzoni. La proposta di Cirillo non solo ricorda l’arte teatrale e la sua capacità di rinnovamento, ma invita il pubblico ad un viaggio emozionale dove il dolore si eleva in una celebrazione dell’anima e dei sensi, lasciando gli spettatori con la rara e preziosa sensazione di leggerezza e meraviglia.
La storia di Cyrano de bergerac racconta di un uomo dotato di una straordinaria eloquenza, ma ahimè segnato da una profonda insicurezza dovuta al suo naso immensamente grande. Questo tratto distintivo lo fa vivere in un vortice di tormenti interiori, ritrovandosi coinvolto in un amore appassionato e non corrisposto per la sua bellissima cugina Rossana. Quest’ultima, inconsapevole dei sentimenti di Cyrano, è innamorata di Cristiano, un giovane e bellissimo cadetto, nonché amico del cadetto poeta. In questo delicato intreccio di passioni, Cyrano opta per un sacrificio nobile e doloroso: reprimere il suo amore e manifestare la sua ardente passione attraverso i versi che suggerisce a Cristiano, permettendogli così di corteggiare e far innamorare Rossana attraverso le sue parole. Con questa generosa e sofferta mediazione, Cyrano non solo eleva il suo dolore a pura poesia, ma trova anche una sorta di redenzione e rifugio per la sua anima tormentata.
La musica di questa innovativa rielaborazione di Cirillo riveste un ruolo fondamentale, trasformandosi nell’elemento essenziale che descrive con note e melodie alcuni degli intricati passaggi emotivi dei protagonisti. È un viaggio di sonorità, una sinfonia di sentimenti per ricordarci che l’amore e la passione si possono esprimere non solo attraverso la parola, ma anche attraverso il linguaggio universale della musica. In tal senso, le parole di Victor Hugo risuonano come una verità incrollabile: “La musica esprime ciò che non può essere detto e su cui è impossibile rimanere in silenzio”!
Con abilità, Cirillo ha diretto e adattato il capolavoro di Rostand, trasformando il palcoscenico in un regno incantato di favola, magia, lustrini e paillettes, dove parole e melodie si sono fuse in un’armonia che ha riempito lo spettacolo di dolce malinconia e passione. Particolarmente suggestiva e gratificante l’idea di raffigurare Cyrano come l’archetipo di Pinocchio, diventando così un eroe che, diversamente dalla consueta tragica fine, non si spegne, ma si trasforma. Cirillo nel ruolo del protagonista, non ha brillato con la stessa intensità registica. Seppur dotato di notevole talento, non è riuscito in modo convincente, come ci si attendeva, ad approfondire l’intensità emotiva del complesso personaggio di Cyrano.
Bravissima Irene Ciani nella parte di Rossana, che con grazia ed eleganza è riuscita ad incarnare il ruolo della donna amata da Cyrano. La sua interpretazione delicata e piena di nuance ha reso struggente il dramma di questa storia d’amore impossibile. Ma sono stati bravissimi e talentuosi tutti i membri della compagnia, che hanno contribuito con il loro raffinato equilibrio ed eleganza a far risplendere lo spettacolo, regalando un’atmosfera avvolgente e ricca di sfumature. Ognuno ha dato vita al proprio personaggio con equilibrio, autenticità ed espressività.
In conclusione, il Cyrano de bergerac visto all’Ambra Jovinelli, malgrado qualche lieve sbavatura, è riuscito a regalare al pubblico un’esperienza teatrale intrisa di magia e suggestione. E vale la pena ripeterlo: intrigante ed intelligente la trasformazione del palcoscenico in un mondo fiabesco, l’armoniosa fusione di parole e note e soprattutto l’originale reinterpretazione del protagonista con il mitico Pinocchio hanno sorpreso ed emozionato!
TEATRO AMBRA JOVINELLI
Dal 17 al 28 Aprile
ARTURO CIRILLO
CYRANO DE BERGERAC
da Edmond Rostand
adattamento e regia Arturo Cirillo
con Arturo Cirillo
e con ( in o.a) Irene Ciani, Rosario Giglio, Francesco Petruzzelli, Giulia Trippetta, Giacomo Vigentini
scene Dario Gessati
costumi Gianluca Falaschi
luci Paolo Manti
musica originale e rielaborazioni Federico Odling
costumista collaboratrice Nika Campisi
assistente alla regia Mario Scandale
assistente alle scene Eleonora Ticca
produzione MARCHE TEATRO, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova, Emilia Romagna Teatro / ERT Teatro Nazionale
