Me vojo sarva’-Nessuno ci guarda – recensione teatrale

-di RITA BORELLI-

 

Il quinto spettacolo del Ginesio Fest 2024 si distingue per la sua natura destabilizzante e divisiva. Affrontare l’arte del non-senso è una delle sfide più impegnative nel panorama teatrale contemporaneo. Con il suo lavoro di lettura performativa, Me vojo sarva’ e Nessuno ci guarda, Eleonora Danco tenta – a mio parere senza successo – di coinvolgere lo spettatore in un’esperienza sensoriale e intellettuale complessa. Ma nonostante l’impegno profuso, il risultato finale non ha convinto.

In un’epoca in cui il teatro spesso predilige la narrativa strutturata e il realismo, la Danco si lancia audacemente in una dimensione priva di convenzioni. La scelta di eliminare ausili scenografici quali luci e musica, per esempio, allo scopo di far concentrare l’attenzione degli spettatori sul linguaggio e sulla presenza scenica dell’artista, non ha premiato. Questa essenzialità, che avrebbe dovuto esaltare la forza espressiva del testo, ha finito invece per lasciare lo spettatore disorientato, senza il necessario e dovuto appiglio di coinvolgimento emotivo e intellettuale.

Il flusso di parole e gesti, come l’atto simbolico di gettare i fogli dei copioni sul palco, non è riuscito a trasformarsi in un vero e proprio viaggio esplorativo nell’animo umano. La frammentazione dei temi e la percepita assenza di coerenza, elementi caratteristici del non-senso, non sono qui riusciti a rivelare quell’armonia sottile che spesso emerge dalle opere più riuscite di questo genere. Persino l’uso del dialetto romano, che avrebbe dovuto infondere realismo crudo e vivace, si è rivelato inadeguato nel creare quel legame empatico atteso con il pubblico, lasciando la performance priva di mordente.

Le risate, seppur presenti in alcuni momenti, non sono riuscite ad evolversi in una catarsi vera e propria. Si è avvertito che, nonostante gli sforzi dell’attrice di rompere le barriere convenzionali, l’opera abbia faticato a trovare una direzione chiara, rimanendo sospesa in un limbo di potenzialità appena accennate e mai del tutto espresse.

La crudezza del linguaggio e l’essenzialità della performance, soprattutto nella prima parte, potrebbero richiamare le teorie di Artaud, che mirava a scuotere lo spettatore rivelando le verità più oscure dell’esistenza umana attraverso un’intensità emotiva e sensoriale totali. Tuttavia, nella drammaturgia della Danco, questi elementi sono apparsi privi di coesione e di un chiaro filo conduttore. Il tentativo di evocare l’assurdo e di esplorare le profondità dell’animo non hanno generato l’intensità necessaria, lasciando il pubblico con più domande che risposte.

In conclusione, sebbene si siano percepite tracce di un impegno, la performance ha lasciato un sapore d’incompiutezza malgrado ogni tentativo di una sua buona riuscita. Una promessa, in sostanza, non mantenuta.

Tuttavia, un momento di autentica leggerezza ha strappato un sorriso alla serata: durante i ringraziamenti, l’artista ha lanciato i fogli del copione verso il pubblico; e una bambina, con la prontezza di chi sa cogliere l’occasione, li ha raccolti per poi restituirli al palco. Un gesto spontaneo e divertente che, chissà? potrebbe aver svelato il vero messaggio nascosto della serata: a volte, il senso lo trovano gli altri, anche nei nostri momenti di apparente disordine.

Ma per arrivare a questo, occorre creare un contatto col prossimo.

Ciò che la Danco, nel suo spettacolo, non ha realizzato.

Ma poi lo avrebbe davvero voluto?

 

Festival di San Ginesio 2024

22 agosto 2024

Ore 21:30

Auditorium Sant’Agostino

Me vojo sarva’

Nessuno ci guarda

di Eleonora Danco
musiche scelte da Marco Tecce
costumi Marisa Di Mario
disegno luci e regia Eleonora Danco
produzione La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

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