Simon Boccanegra – recensione teatrale

-di RITA BORELLI-

 

Il sipario si alza su una scena inaspettata: una bambina smarrita si guarda intorno per poi fuggire dal palcoscenico. Il mare, che potrebbe evocare in modo simbolico una Genova eterna, per questo Simon Boccanegra, opera che inaugura la stagione lirica 2024/2025 del Teatro dell’Opera di Roma, cede il posto ad un allestimento più concettuale,firmato da Antony McDonald. La direzione è affidata a Michele Mariotti e la regia è di Richard Jones. Quest’opera non si limita a raccontare una storia ma, come è noto, indaga nei meandri dell’animo umano, dei sentimenti di odio, potere, corruzione, perdono e amore.

Simon Boccanegra, corsaro divenuto Doge di Genova, è al cuore di un dramma dove vicende personali e politiche si intrecciano con inesorabile intensità. La scoperta di Amelia, la figlia perduta, offre a Simon una fragile speranza di redenzione, presto offuscata da intrighi e tragedie. Tra i suoi avversari più inflessibili, spicca Fiesco, patrizio genovese e nonno di Amelia, il cui odio per Simon è alimentato da un passato di lutti e rivalità. Nel tumulto di tradimenti, Fiesco trova infine la forza di perdonare Simon, mentre il giovane Gabriele Adorno, amato di Amelia,eredita un potere intriso di ambizioni e sofferenze.

La musica di Verdi è chiaramente il nucleo centrale di questa complessità: melodie ora ampie e liriche, ora cupe e angoscianti, fanno da specchio a un mondo in cui il potere appare indissolubilmente legato alla corruzione e alla sofferenza. La direzione di Michele Mariotti rafforza questa ambivalenza con una lettura vigorosa e intensa. Guida l’orchestra attraverso i contrasti dell’opera, rendendo palpabili sia i momenti di intimità che le esplosioni drammatiche. Tuttavia, non manca qualche sfumatura eccessivamente marcata, che rischia di sovrastare il canto nei passaggi più delicati.

La regia di Richard Jones, accompagnata dalle scene e dai costumi di Antony McDonald, propone una lettura che sposta l’opera del Simon Boccanegra fuori dal suo contesto storico, proiettandolo in un Novecento che definisce egli stesso “pervaso da stati profondamente malinconici”. Anche i costumi, non legati all’epoca originale, suggeriscono un’intenzione di attualizzazione ai temi dell’opera. Questa scelta, sebbene coraggiosa, lascia perplessi, perché il rischio è quello di sacrificare la profondità storica e culturale di un’opera privando lo spettatore di quel legame con l’ambiente originale che dà spessore alla vicenda. È lecito domandarsi pertanto se tale decontestualizzazione sia effettivamente necessaria per raggiungere un pubblico contemporaneo o se, invece, un dialogo più attento alla storicità potrebbe ottenere lo stesso risultato, preservando al contempo la ricchezza delle sue radici.

Eccellente l’intero cast dei cantanti. Degna di nota la prova di Luca Salsi che incarna un Simon tormentato e nobile, misurato e composto, con una vocalità che unisce autorevolezza e lirismo. Maria Motolyginapresta ad Amelia una timbrica limpida e pastosa, è perfetta negli acuti e nella dizione, dote questa non sempre consueta in un soprano. Michele Pertusi conferisce al suo Fiesco un’aura di solennità e dolore con una estensione vocale potente e vigorosa. La sintonia tra ogni solista e il coro, diretto da Ciro Visco, amplifica l’intensità emotiva delle scene, facendo del popolo genovese uno dei protagonisti a tutti gli effetti.Anche le luci di Adam Silverman disegnano molto bene lo spazio scenico, alternando ombre pesanti a lampi di speranza

Questa produzione del Teatro dell’Opera di Roma non è solo un omaggio a Verdi, ma una riflessione sul nostro rapporto con il passato e con le scelte che plasmano il presente. Come le onde di un mare che non conosce tregua, il Simon Boccanegra ci ricorda che la riconciliazione è forse il gesto più grande di umanità, anche quando giunge al termine di un percorso irto di sofferenze.

OPERA DI ROMA

Stagione 2024/2025

Simon Boccanegra

Musica di Giuseppe Verdi

 Melodramma in un prologo e tre atti
Libretto di Francesco Maria Piave e Arrigo Boito

Durata: circa 3 ore: 80′ – intervallo 30′ – 60′ minuti

Direttore

Michele Mariotti

Regia

Richard Jones
Maestro del Coro Ciro Visco
Scene e costumi Antony McDonald
Luci Adam Silverman
Coreografia per i movimenti mimici Sarah Kate Fahie
Maestro d’armi Renzo Musumeci Greco

 PERSONAGGI INTERPRETI

Simon Boccanegra Luca Salsi / Claudio Sgura 29 nov, 1, 4 dic

Maria Boccanegra (Amelia) Eleonora Buratto/ Maria Motolygina 29 nov, 1, 4 dic

Jacopo Fiesco Michele Pertusi / Riccardo Zanellato 29 nov, 1, 4 dic

Gabriele Adorno Stefan Pop/ Anthony Ciaramitaro 29 nov, 1, 4 dic

Paolo Albiani Gevorg Hakobyan

Pietro Luciano Leoni

Ancella di Amelia Angela Nicoli / Caterina D’Angelo 29 nov, 1, 4 dic

Capitano dei balestrieri Michael Alfonsi / Enrico Porcarelli 29 nov, 1, 4 dic

Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma

Nuovo allestimento Teatro dell’Opera di Roma

 

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